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dck
Pubblicata il 21/05/2011
Per un impeto di un intrepido febbraio,
perché ti ho detto chi ero per davvero,
per quella incantevole illusione,

che fossimo perfetti nella nostra imperfezione.

E ancora tutti quei colori iridescenti,
che ci sfioravano nei nostri giorni dispari,
nei nostri respiri a intermittenza,

che il resto degli altri fatica a immaginare

Preziosa, liquida, bellissima
e novecento novanta nove ’altri aggettivi
che costruivo nel delinearti.


E poi concerti, teatri, note dure,
libri, parole, sesso, lingue
parole, (le nostre voci), fotogrammi,
sindromi di Stendhal all’incontrario
e ancora corpi, follie, ragionamenti

Io non lo so chi sono, non l’ho mai saputo

ma quel che so è che rimane
Dio, se mi rimane.
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mi lascia un sapore dolce in bocca, solitudine, ma di quella bella, Dio e l'Amore, la vita stessa, nelle sue meravigliose imperfezioni, la nostra piccolezza, la nostra grandezza...stupenda

il 21/05/2011 alle 11:35

Questa poesia ha un sapore diverso dalle altre tue.
Sarà che parli di una incantevole illusione e di perfezione nell'imperfezione, del tuo non sapere chi sei.
E del resto degli altri che fatica a immaginare.
Il finale mi ha lasciato sorpresa.
Rileggerò con molta attenzione (il doppio della prima volta) ogni passaggio; sarà un piacere.
Baci.
Alessia

il 21/05/2011 alle 11:38

stilosa, rimane, rich.

il 21/05/2011 alle 11:48
dck

prima o poi devo incontrarti per stringerti la mano,
forte
Buona serata

D.

il 21/05/2011 alle 17:39
dck

Eh sì che ha un sapore diverso
è un arrivederci, che sa di un addio, ma sopratutto che ricorda tanto, e molto, e moltissimo
E' un regalo spiazzante, ed un omaggio perfino a me.
Un grande, grandissimo abbraccio amica mia

Dck

il 21/05/2011 alle 17:42
dck

Sono contento che (almeno a quanto vedo) tu sia rimasta qui.
Un bacio e a rileggerti (da savio)

Dck

il 21/05/2011 alle 17:43