tutte e due molto belle.
trovo consolazione al disastro tra i versi. mi mancano i violini ma neppure avrei il tempo.
Quando muore l'ego
la via del molteplice
incendia le radici del diamante (mente)
strappandomi da terra (elevandomi verso l'Infinito).
Esoterica quel tanto per indicare ai pochi un
cammino catartico!
Molto, molto bella e fine nei sentimenti importanti!
Piaciuta molto
Un caro saluto
discri
classicissima, casta, ariostea, titolo extra, ah, Axel!
(sospiro wagneriano) quanto ci sai fare, secondo il romanticissimo Rich.
il titolo mi fa pensare a mondi dentro noi che confliggono e le nostre certezze vacillano, il quadrato lo intendo come i punti di riferimento razionale mentre gli unicorni rappresentano, credo, i mondi sconosciuti e infiniti che ci abitano dentro.
Solo quando la razionalità tace è possibile ascoltare il suono dei violini, seguire cioè le vie a-razionali che ci portano alla fonte dell'amore e possiamo elevarci. Strappandomi lo intendo in maniera positiva, come un improvviso lasciare la terra, un intervento salvifico cioè.
La sento molto serena nonostante le immagini "tormentose" sparse qua e là.
ovviamente mi piace moltissimo e come potrebbe non piacermi? è molto bella.
ti abbraccio
eos
Grazie carissimo,
la tua lettura è come sempre fondata e fondante, verso cammini che in parte condividiamo.
Un caro saluto
Ax
P.S. Anche nel titolo c'è un accenno alla numerologia... agganci all'Uno, Due, Tre, Quattro... :-)
Perfetta la tua visione del titolo, a questa aggiungo un criptico accenno numerologico, in quanto nelle radici delle parole ci sono i numeri 1,2,3,4...
Per il resto tutto coerente con le mie istanze desiderate...
Un abbraccio caro!
Ax
Sempre affascinata dalle tue metafore e dalla seconda strofa e la chiusa con quell'adagio per violini nel cavo del petto che, alla fine, ti strappa dalla terra e ti fa volare verso l'infinito.
Sempre bello affacciarsi ai tuoi versi cercando chiavi di entrata nel tuo mondo poetico.
Piaciutissima anche questa volta...
Ti plaudo e ti abbraccio,
helan
Da questi versi sembra proprio che tu sia riuscito ad assaggiare un boccone d'infinito,spalancando le porte della percezione [cit. Blake].
Prima " l'ombra che ci divora" che sembra quasi sovrastare ogni cosa,e infine la musica..che fa tacere tutto il resto e ci innalza verso la luce..
S-T-U-P-E-N-D-A
registro un altra strana coincidenza, il tema, e la tragedia dell' ego, una mia poesia che sta per uscire, in qualche modo somigliante alla tua...la prima strofa è descrittiva ed ovviamente realissima, descrive la follia e l'illusione dell' uomo, che non si rende conto della sua piccolezza, e quindi parli dell'ego, non dell'io...nella seconda strofa descrivi una lotta, la lotta, inevitabile quando si cercano nuove strade, con tutto il dolore...e infine la chiusa, bellissima e poeticissima, come un soffio, impalpabile...bella e piena di profondità...ciao ax
ti ringrazio carissima, lieto di accoglierti sempre nel mio mondo visionario...
Un abbraccio caro
Ax
grazie per la citazione dell'amato Blake, mi fa molto piacere che ti sia piaciuta!
Ciao
Axel
lietissimo della condivisione anche d'ispirazione, ti leggerò con piacere, appena esce la tua, in questa via comune che si percorre anche liricamente.
Un abbraccio e grazie per il bel commento!
Ax
non finisce l'universo in ciò che ci circonda e che noi possiamo vedere con i nostri occhi, viviamo una vita terrena in continuo duellare, una vita in cui nascita e morte sono gemelle,mentre la nostra vita spirituale la nostra anima può percorrere infinite strade che portano all'amore universale, alla luce,e tu vai verso queste strade accompagnato da una musica celestiale come può essere quella di un adagio per violini che strappandoti dalla terra ti conduce verso l'infinito cielo.
molto bella
un caro saluto
ninetta
Grazie per il tuo commento didascalico, carissima, sempre lieto del tuo passaggio, ti lascio anche il nome di quell'adagio: "Adagio for STrings",
di S. Barber.
Un abbraccio
Ax