dai polsi lo capto
richiama da un filo d'antenna
che non trasmette
e canta al vento
uno sciocco fringuello
sfidandolo.
io perduta
qua in solitarie ore
ingoio salivamenti
su di un caldo che arriva
sboconcellandomi.
ed i pensieri sono fusi
che tentennano
tra sani propositi
e malegrazie.
fanno correre
un gocciolare sinistro
va da tempia e fronte
fin sulla palma,
poi sembra volar sul pavimento
ma si scioglie
e fa umido il volto teso
seguito da un brivido
che pur silente
offre alla tristezza
uno sbatter di ciglia.