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Pubblicata il 12/05/2011
dai polsi lo capto
richiama da un filo d'antenna
che non trasmette
e canta al vento
uno sciocco fringuello
sfidandolo.
io perduta
qua in solitarie ore
ingoio salivamenti
su di un caldo che arriva
sboconcellandomi.
ed i pensieri sono fusi
che tentennano
tra sani propositi
e malegrazie.
fanno correre
un gocciolare sinistro
va da tempia e fronte
fin sulla palma,
poi sembra volar sul pavimento
ma si scioglie
e fa umido il volto teso
seguito da un brivido
che pur silente
offre alla tristezza
uno sbatter di ciglia.
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quest'aldilà intuito e percepito nei sussulti del corpo, reso musica in questi bei versi...bella cate

il 12/05/2011 alle 16:41