Dalle notti magiche alle parolacce messe in onda,
a ragazze che li prendono per divi,
questi untori del campione.
Prima il campo era un ferro cosi caldo,
che dovevi fasciarti la testa, consumarti le mani,
piegarti in due o per gioia, o per dolore.
Qua adesso fanno sintesi di tutto;
dell'erba, delle schedine sputacchiate,
lo stadio è un grande immobile da pubblicizzare.
E ogni gol è pieno di abbracci infondati
l'emozione te la filtrano, te l'assorbono
i gracchianti del microfono.
Scendi a patti un pò con la tua memoria,
e vai in curva a cercare quel senso di calore;
è l'unica nicchia rimasta dei deliranti del pallone.