La mia rabbia è clandestina,
come una zitella in ghingheri
che non sa che strumenti usare;
si traveste da ricca donna, ogni tanto,
e parla sotto voce,
con amplesso dignitario.
In compenso mi è stata vicina,
più di mille facce e di mille bocche,
che fremono come scatole
al primo sfogo di un bianco pianto.