si potrebbe leggere in vari modi io preferisco leggerla in chiave tutto sommato "positiva". La raggiunta consapevolezza che non siamo del tutto artefici del nostro destino, che c'è cmq un fato o una provvidenza che "indirizza" le nostre scelte e questo allevia il peso della responsabilità personale negli snodi più significativi della vita. Questo io ci leggo nei passi più leggeri e nelle palme tese al cielo.E l'accettazione pacifica di questa consapevolezza, che anch'io condivido.
piaciuta molto.
ti abbraccio
eos
come ti capisco per quel niente. vernon invece non capisce l'abbassare la testa e aprire le palme al cielo, però ti saluta e ti augura buona notte, rich.
ci sono momenti in cui ti dici accada quel che accada, sono i momenti dell' abbandono...grazie cosma
concordo eos..le palme aperte volevano dire esattamente questo, e quel "niente, niente di piu' di quello che si ha"è come dire che non si riesce ad uscire fuori dalla nostra ripetitività, non si può esser diversi da quello che si è, da qui l'accettazione del proprio destino...grazie eos
Vernòn è un guerriero ed ha tutto il mio rispetto, però questa poesia poteva interessare al reverendo che mi sa che stasera non è in casa...grazie mia cara
disillusione, pura e vera, e una dolce consapevolezza che qualcosa accadrà, e si sa. qualcosa accade sempre. stupenda. un saluto
non è in casa, ma alla riunione ecumenica prima che il governo gliela vieti, rich.
Leggo la poesia solo con l’intenzione di sentire ciò che mi trasmette.
Ciò che avvolge questa poesia e ne scandisce il ritmo è il silenzio, anche i tuoi passi hanno un suono appena percettibile, felpato. Tutto è in sordina: i giorni che si appuntano come in un calendario, passano in fila nella loro ripetitività, lunghi nella loro tacita esistenza. Quel “niente”, così isolato nel primo verso, pesa come un macigno… come un ferma immagine. Vedo passare una vita che scorre immutabile (niente di più) con una venatura di mistero e quasi una serena rassegnazione, ma sento anche l’attesa e la speranza aleggiare nelle stanze del tempo, infatti il ritmo lento si interrompe improvvisamente nell’ultimo verso che fa da contrappeso al primo. Dunque “accadrà qualcosa", non sappiamo cosa, ma tutto sembra animarsi all’improvviso, e persino i tuoi passi ora risuonano nitidi e forti mentre ti allontani.
Sinceramente
Moirym
sembra monotonia nella parte iniziale , invece è solo attesa di qualcosa che farà cambiare l'esistenza, quelle mani sollevate al cielo rappesentano una invocazione" non posso aspettare oltre".
un caro saluto
ninetta
un mistico abbandono al volere del cielo, anche se la via è lunga e nebbiosa...
Molto bella!
Un abbraccio
Ax
lusingato dal tuo commento attento ed approfondito..grazie veramente Moyrim
quanto meno ci provo, riuscirci poi è un altro discorso...ti ringrazio caro ax, un abbraccio anche a te
Non ti aspetti niente di più di quello che hai sempre avuto nel susseguirsi dei giorni lunghi e tutti uguali, eppure inconsciamente apri le palme al cielo e, chissà, qualcosa di inaspettato può sempre accadere....
E' una sensazione che, spesso, prende anche me e sempre c'è in sottofondo una speranza che serpeggia...
Accadrà qualcosa.....sempre....
Ciao Arturo, buona giornata,
helan
si spera helan, anche se non è quasi mai quello che vogliamo...ma siamo noi incontentabili o è solo destino? In ogni caso sono lieto della tua condivisione, e ti saluto affettuosamente..ciao
Il pessimismo cosmico del niente suffragato dal pensiero "sempre accadrà qualcosa"...
Ma è anche distacco da quanto potrebbe accadere,accade o accadrà. Un'ipotesi da spettatore che osserva senza coinvolgimento, quasi un convitato di pietra al tempo che testimonia lo scandire di giorni ed eventi senza partecipazione ed in questa "inamovibile passività"la condizione umana stratifica e sedimenta l'inguaribile ma necessaria solitudine...
mamma mia Giulia...è ancora piu' bello quello che hai detto perchè "neutro", hai fotografato questo momento con i pro ed i contro...hai ragione, da spettatori si soffre meno, ma forse si vive anche meno...che dirti? Grazie Diotima, mi dai da riflettere..
La solitudine interiore fa di questi scherzi Arturo,
i giorni che passano sempre uguali senza cambiare una virgola, condivido in pieno i tuoi pensieri.
Passerà la bora e dopo arriva il sereno con tante novità nel paniere,e noi le gusteremo come fossero primizie OK?
Abbraccione Mary
Gli ultiimi quattro versi già fanno poesia. E a me basta! Ciao Arturo