PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 09/05/2011
Non avro' piu' tempo di scrivere poesie.

Il lavoro m'affoga i giorni assumono
l'acido colore della gelosia ho gola secca
dita coperte di muffa macigni di pensieri
sento il sole nuovo di questa primavera
e me ne rammarico.

Ma non essere triste per me.

Durera' poco lo spazio
di un'esistenza poi riprendero'
a cantare almeno in altri luoghi
con diversa voce persino
piu' leggera.

Anche se finora sconosciuta.
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Oddio, ma che vai via pure tu? E' scoppiata un epidemia su ph?

il 09/05/2011 alle 12:07

io ho capito una fuga poetica, che mi piace, ben scritta coin, rich.

il 09/05/2011 alle 13:06

Il poeta sei tu, l'eterno sono io.

Se ci dovessimo incontrare altrove e dopo, ricordami che ti devo parlare d'Arturo.

Bellissima.

Ferdinando

il 09/05/2011 alle 13:34

che mi devi dire Ferdinà? Io sono qua...

il 09/05/2011 alle 14:10

mi sembrano due le poesie, bellissime.

il 09/05/2011 alle 14:30

ciao arturo, non vado via, altre volte l'ho fatto, poi sono sempre tornato, comunque capisco rich: ci si aspetta correttezza e ci si imbatte invece in certi squallori.

e' piuttosto una retrospettiva sugli ultimi giorni trascorsi, per vari motivi, senza scrivere. come a volte capita e capitera' di nuovo. ma poi si riprende. in genere le prime cose non sono mai soddisfacenti, come questa poesia. mi succede lo stesso a playstation, quando non gioco per qualche giorno mio figlio mi batte di brutto. ;=)

il 09/05/2011 alle 14:59

capito bene. ma e' scritta cosi cosi, come succede dopo l'inattivita'. l'importante e' ricominciare. io una volta sono stato fermo 18 anni senza scrivere. grazie,

il 09/05/2011 alle 15:01

Arturo e' un signore. Non lo conosco di persona, ma lo intuisco. Mi ricorda il mio amico Benny: gentile, malinconico, intelligente, allo stesso tempo cosi riservato che se non rispettii i suoi spazi fara' calare un silenzio assai doloroso.

il 09/05/2011 alle 15:07

In verita' e' quasi una schifezza. Ho perso un poco la mano.

Io t'incontrerei in una chiesa di Rio de Janeiro, a due passi dalla spiaggia, dalle ragazze troppo giovani, troppo belle per noi due. Noi amiamo le contraddizioni. E parleremo di Arturo e di tante altre cose.

I am the Immortal Moron.

il 09/05/2011 alle 15:13

Bellissima sarai tu.

Forse la duplicita' viene dalla depressione farcita di speranza.

Ma in genere scrivo meglio. Spero.

il 09/05/2011 alle 15:14

Niente...
Un nome simpatico...

Un caro saluto...

il 09/05/2011 alle 15:55

non è l'allenamento che conta, non è una gara di muscoli. forse la troppa facilità a volte frena, è la passione che salva non credi?

il 09/05/2011 alle 19:07

l'allenamento inteso come palestra sarebbe quantita', quindi non conta in poesia. ma la perizia dell'ebanista, acquisita con lunghi e ripetuti movimenti passati a levigare la superficie e smussare gli angoli di tavoli e sedie, fino ad arrivare alla perfezione dell'oggetto, alla sua lucentezza e bellezza formale, beh, secondo me e' molto simile al lavoro del poeta, che deve trovare legno buono per la sostanza e poi dargli forma unica. per tutto questo ci vuole una mano ben allenata. credo.

il 10/05/2011 alle 07:41