Mesta è la tua dolce voce
ch'io non odo
...eppur l'ascolto.
Il tuo divenir si frange
tra scoglier ardite e impervie
in silente pianto
...che pur sento.
E ciò ch'aspetti
invan s'accosta al tuo portale
e in fragor d'ansia
ti tumulta in core.
E ancor questo sento.
Si, perchè mia curiosa sfera,
è ciò che altrui non coglie,
sfumatur d'essenza
o 'sì velate trasparenze.
E ciò che più si tace
a me non sfugge.
Anzi, è in pervicace ascesa,
e si fa voce poderosa e ferma.
Qui,
posa qui le tue memorie,
che pur di vita,
son funeste se divelte a strati
e disunite in foga.
Qui, altro non serve.
Un buon bicchier,
"rugiada d'infinito"
per distrar l'affanni.
Un pò di "fresca aurora"
per donar gaiezza pura
e sincerar sorriso.
Qui, più non serve,
per riprender fiato,
per capir la vita.
Ai tuoi occhi il mondo,
bello, brutto o chicchessia.
Ai tuoi silenzi il mar
vasto, profondo e immenso.
Ogni cosa ha senso
oppur sgomento,
ogni capo ha un verso
oppur dissenso.
Il mondo è il tuo,
di angeli o paradisi
di inferni o demoni
ma è quel che è,
e il resto tace.
E' una farfalla color di sogno
che la pioggia ha infredodlito
e spinto oltre la china.
E' ciò che il tuo cuor sente
anche se appar stordito.
E' sano e forte,
con Amor da dare.
...e prender.
Perchè l'Amor si prende...
ma sol se si riceve in dono.
Allora va, e fa festa.
Non importa cosa
come dove o quando.
Qui or più non serve stare,
che la tristezza è andata.
Or puoi veleggiar sospinta
dall'Amor del "vivere la vita"
Curioso vero?
Quanto bene faccia andar
verso l'Amor del Vivere.
E' una di quelle piccol magie
che fa la vita:
farti sentir vuoto
quando invece
hai il cuor ricolmo,
d'un sorriso dall'Universo Intero.