PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 29/04/2011
Dal Museo d'Un Cranio Stralunato

(Ombre giganti)

Traduco il breve
ansimando l'infinito,
su terre sudate
di sangue lacrimoso,
solcate da sensi
e ragione in piena,
l'ombra alle spalle.

(fiori sul muro)

Sfrangio le ore
dai drappi d'ardesia,
rimane sulla lingua
un romanzo breve
e il ricordo delle foglie
macerate sul digiuno
della pelle in arco.

(flettono al vento.)

Fra le corde
di nuvole in transito
inchiodo la mia scure.

(Sembrano mostri)
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Fra le corde di nuvole in transito
leggo una poesia
e schivo la scure.
Tra sublimi ombre giganti di ispirazione magistrale, la tua :-)

il 29/04/2011 alle 12:33

grazie carissima, lieto del tuo consenso very precious...
Un abbraccio!
Ax

il 29/04/2011 alle 12:36

la difficoltà di lettura nel transito monotono dei giorni, sulle terre sudate col ricordo delle foglie macerate col digiuno..splendide metafore, come la scure inchiodata, la rinuncia ad ogni guerra pur nell' incerto e nel grigiore dei giorni...tristissima, virile, composta, bella...

il 29/04/2011 alle 12:59

grazie Arturo per la tua sintesi ben fondata e per la condivisione delle tue parole.
Un abbraccio e buona giornata!
Ax

il 29/04/2011 alle 13:04

Fra le corde
di nuvole in transito
inchiodo la mia scure.

Mi sembra un sotterrare l'ascia di guerra: ti arrendi!
Fai bene, perché arrendersi a Brahman saguna, al
Dio Persona, è la Via più semplice e beatificante di
ricordi di foglie macerate da un corpo così teso che
si piega come un arco e freccia: la via della freccia
o asparsa-yoga, detta anche del Fuoco!
Eppure la consapevolezza non è ancora pienezza,
perché ancora ansimi l'Infinito, ancora maya ti
coinvolge... ma prima o poi tutto sarà Uno!

Bella e coinvolgente.
Un abbraccio
discri

il 29/04/2011 alle 14:02

Anche in un romanzo breve c'è dentro un lungo respiro e brivido che si infrange su emozioni pure.
Mi piace i drappi d'ardesia...e il ricordo delle foglie...
Mi piace la tua poesia...le parole,le attese e desideri che si stagliano in quelle nuvole in transito...un bacio vellutato ^_^

il 29/04/2011 alle 14:40

"il sonno della ragione genera mostri" a questo mi fa pensare il controcanto, , mostri nel senso infantile, di un bambino che non sa spiegarsi le cose e nelle ombre proiettate sul muro da fiori mossi dal vento vede strane creature.
è un momento di grande confusione, mi sembra il seguito della precedente( quella prima di Hypatia) ...
pelle tesa come un arco pronta a scoccare la freccia, pronta a immergersi nella magia ma il ricordo della magia provata con quella che ancora ami non è sufficiente a ricrearla. Di qui "traduco il breve, ansimando l'infinito". Di qui storie brevi che non cancellano il ricordo delle foglie ormai macerate nella lontananza dall'altra.
In quell'"inchiodo la mia scure fra le corde di nuvole in transito" ci leggo non una resa, ma l'accettazione del destino: lei non c'è più, forse mai più, ma il mio viaggio prosegue seppure con compagne(nuvole) a scadenza. Di qui però la fatica, l'affannarsi, lo spaesamento e i mostri nelle ombre sul muro.
tristissima ma molto, molto bella. Il mio augurio è che ci sia presto una "nuvola fissa" come compagna di viaggio e che il Museo dei ricordi possa diventare vita che vivi.
ti abbraccio
eos

il 29/04/2011 alle 14:51

gl'incisi mi bastavano, adesso mi ci vorrà almeno il tempo del matrimonio di William e Kate per decifrare la scure, i drappi d'ardesia, il romanzo breve... sembrano mostri ma solo di bravura, rich.

il 29/04/2011 alle 15:09

In verità... in verità vi dico... :-)
No, inchiodare l'ascia ha entrambi i significati possibili, di un abbandono dell'arma perché non mi occorre più, non perché mi arrendo ma perché ho altre armi, o perché inchiodando la scure nelle trame delle nuvole mi aggrappo ad esse per compiere il tragitto finale...
Appunto, come noti, la pelle tesa ad arco, come per scagliare la freccia di Arjuna, l'arciere di Krishna...
Grazie per il graditissimo commento!
Un salutone
Ax

il 29/04/2011 alle 15:21

Grazie per le tue sottolineature, cara Halley... e per il bacio di velluto che contraccambio! :-)
Un abbraccio plus...
Ax

il 29/04/2011 alle 15:22

I drappi d'ardesia non si commentano, si assaporano, e il ricordo delle foglie si fa scivolare piano piano dentro, fino al digiuno della pelle in arco..originale, estroso pentagramma di parole..ciao Axel!

il 29/04/2011 alle 15:25

Grazie carissima, non sono sicurissimo, ma forse latente in me, nel subconscio la frase di Goya ha riecheggiato, in quei mostri del controcanto...
Hai interpretato benissimo tutto quanot, donando qualche sfumatura e significato possibile in più rispetto all'intento, che, comunque emergendo come da un trance, io stesso devo ancora rianalizzare... :-)
Un abbraccio grato!
Ax

il 29/04/2011 alle 15:26

Grazie per il tuo passaggio gradito, carissima, lieto di sapere che ti bastavano gli incisi, quanto al resto, i significati sono a tua discrezione :-)
Un abbraccio "mostruoso"... (in senso buono)
Ax

il 29/04/2011 alle 15:29

grazie Snow, concordo pienamente sul fatto di assimilare la poesia al di là delle parole, lasciando risvegliare da sola l'emozione, sulle corde che in noi vibrano...
Un abbraccio!
Ax

il 29/04/2011 alle 15:30

Mi piace molto questo tuo ansimare l'infinito e nella parte centrale mi sembra di capire che rimane sulla lingua l'amaro di una breve storia che non ha avuto sviluppo ed è restato solo il ricordo sulla pelle ed inchiodi la tua scure fra le nuvole arrendendoti al destino.
Triste ed amara poesia, almeno così mi sembra, con quei fiori giganti che riflettono mostri sul muro.
E' bellissima nella sua amarezza .
Mi domando spesso, come fai a scrivere sempre versi che non calano mai di ritmo, intensità e suggestione, oltre al lessico e metafore sempre particolari.
Un abbraccio,
helan

il 29/04/2011 alle 18:11

Vomito...
Poetico!

il 29/04/2011 alle 18:16

Grazie Helan per il tuo commento pregnante e per la presenza costante, hai ben interpretato il senso delle mie visioni, lieto di riuscire a mantenere il ritmo, ai tuoi occhi, delle mie composizioni.
Un abbraccio caro
Ax

il 29/04/2011 alle 18:31

se tu riuscissi a esprimerti più compiutamente, sul senso della tua presenza qui, sarei in grado di ringraziarti o di ignorarti a ragion veduta :-)

il 29/04/2011 alle 18:33

ma ripensandoci, vista la qualità di commenti che lasci in giro, posso tranquillamente tirare la catena e vederti affogare in un vortice d'acqua sporca...

il 29/04/2011 alle 18:35

un romanzo breve che lascia l'amaro in bocca.metafore bellissime...come sempre ..bravissimo.
un abbraccio, ninetta.

il 30/04/2011 alle 02:26

ti ringrazio Ninetta, lieto del tuo passaggio e consenso
Un abbraccio a te
Ax

il 30/04/2011 alle 07:57