Io lo sognai ardente, tremendo e impetuoso,
parlava l’impreciso linguaggio del torrente;
mare senza più sponde, di fuoco e di follia,
che irrigava la vita con un moto perenne.
Poi, triste lo sognai,
un gran sole cadente,
che piega avanti notte la testa sua di fuoco;
poi rise, nella sua bocca,
come preghiera, tenera,
suonava cristallina l’anima della fonte.
Ti sogno oggi vibrante, soave, lieto e triste,
tutti gli arcobaleni e tenebre vedesti;
fragile come un idolo, eterno come Iddio,
sopra la vita tutta la sua grandezza innalza:
e il bacio cade ardendo a profumar la pianta
in un fiore di fuoco, sfogliato da due cuori.
Luca Buzzoni