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Pubblicata il 25/03/2011
E’ Viola, il Profumo di Fiori di Carta

(Schiodo i verbi acuti)

Nel muschio di una nota,
incisa a fuoco nel tuo aprile,
è sdraiato l’infinito fuso,
a cullare i mari delle tue ametiste
sdrucciole al richiamo roco
d’abissi taciti già schiusi,
ai nudi punti cardinali.

(incisi nel ventre)

Tienimi nel tuo cuore di cometa vagabonda
nello sciame luminoso di nobili pensieri,
stringi le tue nuvole in carezze di cotone
sul sole imploso nel mio petto, fra le scosse,
e lascia un bacio alle porte dei miei respiri
vaganti su manto di raso, fra gli arabeschi
dei tuoi capezzoli sparsi, bruni, fra i sogni.

(fra le nebbie di ciò che non è)

Leggo da secoli il mondo.
ma è la prima volta
che capisco le sue parole.

(e l’incollo ai miei giorni vivi)
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