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Pubblicata il 19/03/2011
Lo spiraglio di pace
respira con la tua bocca
Luce grigia i tuoi occhi
serena, di nero vestita
provata da duro lavoro
accabadora hai spostato
la pietra del confine
bruciando elementi sacri,.
quando vieni mandata a chiamare
poni accanto al capezzale
un giogo o un pettine,
sè ogni attenzione non ha successo
poni la parola fine con uso de sa mazzucca.
madre cara, di nero vestita
può sembrarti uno sporco lavoro
ma son io che protendo le dita
per sfiorare la tua figura che adoro
affido a te le mie membra
resti di un lungo martirio
sei la vita, il risveglio

....S’accabadora in Sardegna era la sacerdotessa della morte, figura non più presente
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Ho letto da poco il libro di michela murgia:s'accabadora , che in dialetto sardo "accabai "vuol dire finire..era colei che poneva fine alla vita di persone in fase terminale..praticava una sorta d'eutanasia con martelli fatti per quello scopo o con il cuscino. Tutti sapevano della sua esistenza ma nessuno ne parlava. Era una donna silenziosa , vestita di nero che praticava questa sorta d'eutanasia , la notte.Ssi diceva che in certe parti della sardegna fosse la stessa ostetrica ad avere un duplice ruolo:aiutava a far nascere la vita oppure a toglierla. Una figura molto particolare che affascina gli antropologi.Fino al 1930 esisteva ancora.
ciao da ninetta.

il 19/03/2011 alle 14:54

quel riferimento al giogo da mettere sotto il letto di chi tardava a morire e da giorni era in fase di coma è presente anche nella cultura della mia terra jonicosalentina. Grazie Poetto.

il 19/03/2011 alle 16:03

questa figura era presente anche intorno agli anni 50 e solitamente era lo stesso parroco dopo l'estrema unzione a chiamarla, figura molto particolare, ho letto anche io quel libro
grazie Ninetta e Deamor
un saluto Max

il 20/03/2011 alle 23:06