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Pubblicata il 11/03/2011
Mi sei lontano

come un sussurro

profano,

come un bisbiglio

arcano.

Ma io ti vorrei

com’è il burro

che tanto agognerei

se tu non sapessi di sbadiglio

nel cibo che mangerei;

vorrei poter piangere

sulla tua spalla,

vorrei poter fingere

di essere felice

ma tu sai solo pungere

con la tua viltà

che scopre la falla

della tua omertà

che mi lascia attrice

di una consumata pietà.

Vorrei poterti dire che mi manchi

e che i nostri afflati non sono stanchi,

ma mentre tu riposi nella tua consapevolezza

il mio cuor si tormenta in una profonda tristezza:

Mi lascerai andare?

Ti lascerò andare?

Michele Punziano 10.03.2011
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le domande finali mi hanno sorpreso e mi piacciono molto, interrogativi d'amore quanto mai contemporanei ma anche astorici, rich.

il 11/03/2011 alle 12:17

un rapporto ormai interrotto, ma stagnante per troppa indecisione. un saluto, ninetta.

il 11/03/2011 alle 13:08

Versi ansimanti, indecisi, veloci, molto riusciti.

il 11/03/2011 alle 14:55