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Pubblicata il 27/02/2011
L'uomo che imitava gli aquiloni
aveva braccia grandi di sequoia.
Si misurava in gioco,
ogni giorno, verso sera
con gli uccelli migratori.

Attraversava nubi di brina
e si bagnava le piume dell'anima
con le gocce cadute da arcobaleni sbiaditi.
Si dava appuntamento nel bosco delle betulle
ad imitare il rosso del fogliame.

Scricchiolava la sua anima come ramo spezzato
che ardeva di gemme inesplose
Contava quanti passi lo separavano
dallo sguardo delle sue amate ninfe.

L'uomo che imitava gli aquiloni
non aveva un nome proprio,
si chiamava da solo con un nome nuovo
ogni primavera.

Quando s'innalzava troppo in alto
soffriva di vertigini
sognava di vedere cose nuove,
cose che sulla terra non esistono,

Cose che destavano stupore alle sue stesse pupille,
socchiudeva le palpebre e vedeva paradisi
di braccia tese.
Braccia come ramaglie di querce ed ulivi.
Braccia come grovigli di nasse.

Come reti che sognano mari aperti e pescosi.
Braccia come baci che ti stringono.
Braccia come catene che ti legano,
braccia come passaporti aperte alle frontiere dell'amore,
braccia come lasciapassare in un mondo di accoglienza.

L'uomo che imitava gli aquiloni si assentava spesso,
metteva il cartello "closed"
e spariva per mesi interi.
Era naufrago su rive azzurre e piane
Era seduto sotto palmeti di quiete.

L'uomo non ricordava mai il suo nome,
se glielo chiedevi ci doveva pensare su qualche momento,
poi scrollandosi le ali coperte di brina
ti fissava dritto negli occhi
e ti diceva un nome, uno di un altro,
un altro e non il suo.

L'uomo che imitava gli aquiloni era un mistero
persino a sè stesso,
non aveva nome, né carta d'identità, ne domicilio, né dimora,
né cane, né donna, né amori.

L'uomo che imitava gli aquiloni abita
nel mio sogno ricorrente.
Io lo chiamo con un nome misterioso.
Il suo nome è quello di un principe,
un principe folle di nome Wolfang.
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L'uomo che imitava gli aquiloni ... ha suscitato in me grandissima emozione
aaps
ninomario

il 27/02/2011 alle 12:58

Questa poesia......mi ha portato in un altra dimensione.......dove ogni persona.......ha un solo nome.....Beloved. Complimenti e saluti, simone

il 27/02/2011 alle 13:34

sì, Simone, ognuno può dargli il nome che vuole, infatti Wolfang è un nome d'invenzione. Grazie per il commento, un abbraccio

il 27/02/2011 alle 13:43

grazie nino. un abbraccio

il 27/02/2011 alle 13:44

da anima ad anima, lascio alla tua fantasia, immaginare quanto ho compreso e mi è piaciuta questa tua.

il 27/02/2011 alle 14:08

l'ho scritta come in trance...non capisco da dove sia venuta...come il poeta ti dico

"Non so da dove sia uscita,
da inverno o fiume.
Non so come né quando,
no, no erano voci
non erano parole né silenzio,
ma da una strada mi chiamava,
dai rami della notte"

Grazie cara Velvet

il 27/02/2011 alle 14:19

è venuta dal Vero.

il 27/02/2011 alle 14:26

l'uomo che amava gli aquiloni è il principe folle che abita nei sogni, anzi dentro tutti noi. E' il bambino mai cresciuto che è la ricchezza della nostra anima, occhi grandi e sognanti che abbracciano l'universo intero...prima ancora di arrivare all'ultima strofa ero sicura che eri tu l'uomo che amava gli aquiloni, o meglio la te dentro di te, quella non ancora ferita dalla vita, la bambina che non conosceva confini tra se stessa e ciò che la circondava, che era lei stessa universo e l'universo era lei.
Non è strana ...è bellissima! mi piace da morire.
bacioni a Wolfang e a te.
eos

il 27/02/2011 alle 14:43

grazie cara lo dirò al Principe....

il 27/02/2011 alle 15:39

Quale immenso fascino ha sempre avuto il volo per gli esseri umani! L’uomo che imitava gli aquiloni è vissuto e vive nel nostro profondo, ha il nome di ciascuno di noi. Quante volte abbiamo sognato di volare lontano, quante volte abbiamo invidiato gli uccelli migratori, quante volte abbiamo inseguito una chimera! Il bisogno di crederci è forte fino all’allucinazione, perché il desiderio di una libertà che ci affranchi dal mondo e persino da noi stessi a volte ci dà le vertigini, ci ubriaca. Quale simbolo di libertà più efficace di quelle braccia che si allungano ad inseguire l’aquilone, ma braccia che diventano anche grovigli di rami, reti, catene… quasi a cercare invece una prigione. L’eterna contraddizione dell’essere umano che ha anche bisogno di sentirsi accolto, protetto, circondato da affetto, legato da rapporti d’amore ed è disposto per questo a sentire il freno di catene pur che siano “lasciapassare in un mondo di accoglienza”. Forse allora, come naufraghi, ci fermiamo “su rive azzurre e piane”, seduti” sotto palmeti di quiete”. Ma “L'uomo che imitava gli aquiloni era un mistero persino a se stesso”, perché noi ci conosciamo così poco che ci stupiamo dei nostri stessi comportamenti e delle nostre continue contraddizioni. Nell’ultima strofa di questa poesia egli però prende le sembianze di un principe: un tocco dal sapore fatato di fiaba che risveglia la bambina che dorme dentro la donna, lei, la poetessa sa che le fiabe non esistono, dunque il principe non può essere che folle, come folle è il sogno di volare.
Moirym

il 27/02/2011 alle 15:54

in quest'uomo esiste la libertà vera, molto bella. Moiryn ha praticamente detto tutto.complimenti ad entrambe.ninetta.

il 27/02/2011 alle 16:03

Con questa tua mi è ventuto in mente
un sogno che facevo anni fa ricorrente,
mi trovavo in alta montagna
mi buttavo come un uccello rapace in volo,
e volavo libera nel cielo e stavo attenta
chissà perchè ai fili di alta tensione.
Scusami se sono andata fuori,
mi ci hai portato tu con la tua fascinosa poesia.

buona domenica.
Marygiò

il 27/02/2011 alle 17:04

grazie cara, la poesia serve a questo a suscitare ricordi, emozioni sopite, immagini fisse nell'anima. Grazie del commento Marygio

il 27/02/2011 alle 17:10

grazie Ninetta, sei gentile, un abbraccio forte. anna

il 27/02/2011 alle 17:11

il tuo pregiatissimo commento fa un'analisi approfondita del testo scavando nei recessi dell'anima, quelli più inaccessibili...e sei sempre esaustiva come la cara Eos. oramai siete due Assi insostituibili...sì, sei grande Moirym, te lo ripeto anche qui. Con gratitudine immensa. anna

il 27/02/2011 alle 19:39

L'uomo che imitava gli aquiloni
è certamente colui che anima il nostro spirito ,
che si anima ,si spande nell'anima nel senso di libertà, sognava di vedere cose nuove,
cose che sulla terra non esistono..
L'uomo che imitava gli aquiloni abita nei nostri sogni...
Lirica coinvolgente.
Complimenti .
Ciao!
Dora

il 28/02/2011 alle 07:45

ti ringrazio vivamente mia cara Dorina, buona settimana..grazie anche per il commento lasciato si Scrivere. un bacio. anna

il 28/02/2011 alle 09:10

Buon pomeriggio Anny,
ricambio con affetto.
Dorina

il 28/02/2011 alle 17:37