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Pubblicata il 27/02/2011
Improbabile San Valentino

Ma anche nella stagione dei tarassachi soffiati via
quella dei cirri che arruffati all'orizzonte
sanno già del giorno e scoprono la sera,
c' è chi si ama,
e non bada a diventare ridicolo
a baciarsi in mezzo alla strada
o di nascosto nei portoni,
oppure a non farlo mai anche se quel bacio
scotta le labbra come il caffè di un distributore automatico.
Scrivono mille messaggi su tastiere troppo piccole
per la loro voglia di tutto quel che rimane,
su improbabili fogli virtuali che non si appallottolano
e non si spargono sul pavimento come sospiri
perché non verranno piegati con cura e donati ad una mano.
Fanno sogni che non vedranno mai albe
ed attendono l'alba come se fosse un sogno che arriva,
vorrebbero regalare un mazzo di fiori
anche nel giorno in cui tutti regalano fiori e cioccolatini,
ed a crederci che in quel giorno
l'aria ha un sapore speciale,
non importa se tutti dicono che è un giorno uguale.
Sorridono di chi li giudica prendendoli per cimeli fuori luogo
perché sanno che non un sospiro va perso nell'oceano delle anime
e non lo fanno perché ricordano, ma perché sperano,
chi non ama, solamente, deride quelli dei cirri per la testa
che ancora si amano
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verissimo, quello che esprimi con immagini molto precise ed acute.
Ma per fortuna, chi ama non viene toccato da chi non capisce...
Un abbraccio!
Ax

il 28/02/2011 alle 16:04

è un incipit che colora come il vento il frusciare dell'anima, riversandosi a sfiorare le più riposte pieghe,
chi sa amare, possiede tutto il creato, e la dolcezza di tutte le sue creature
grazie
che ti sia lieta la sera

il 28/02/2011 alle 18:31

E' sempre per me un piacere trovare un tuo commento ai miei versi che dopo postati mi paiono assai diversi da come li intendevo...
A bien tout
Sergio

il 02/03/2011 alle 05:44

La sera per chi ha lontano il respiro della sua anima, è un lungo interludio al domani quando le diatanze pure restanodo insormontabili s'anulleranno d'incanto.
A presto
Sergio

il 02/03/2011 alle 05:48

L'amore che io cito, è uno di quelli improbabili, che si nutre di sillabe e di punteggiatura, per cui una maiuscola è apprensione ed un esclamativo fa trasalire, un punto è perentorio e non cisi può appellare, come un silenzio, mentre un asterisco è un firmamento di dolci allusioni che si consumano alla luce azzurrata di uno schermo che albeggia a est...
grazie per le tue parole
zordoz

il 05/03/2011 alle 06:46

Un testo nato da un’attenta riflessione sul valore dell’amore, sulla realtà del transitorio; un’ode all’illusorio, a quegli affetti che passano come la giovinezza e che profumano di incosciente spensieratezza. Bravissimo come sempre il nostro amico Sergio.

il 27/10/2013 alle 09:45

Grazie Ugo per le tue parole, e per la tua chiave di lettura che aggiunge particolarità personale a questi versi , in cui ciò che resta dal vaglio del reale e del tempo è uno con quello che invece non puo essere ... sergio

il 28/10/2013 alle 05:51