PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 22/02/2011
Neanche gli effervescenti vicoli di Saturno
sono migliori delle discese ortogonali sull’Inferno
che attonito contemplo dalla mia finestra.

M’ossessionano ancora i ricordi della guerra.
Al fiume scendevano androidi per lavare panni
con l’unica ambizione di produrre. Le trattavamo
peggio dei Tedeschi con le Herero di Namibia.
Mutilandone circuiti. Ossidando i loro fluidi
sintetici. A che scopo? Distruggere
l’amor proprio. Con quale
risultato?

Nella mia esistenza disturbata
ero sovrano d’una corte mercenaria
addobbata con merletti ed oro. Sfoggiavo
capelli biondi (ossigenati). Credevo nel dolore.
Adoravo la Meccanica ed altri assiomi che ora ho
dimenticato. Poi mi drogavo con strumenti di tortura
e sostanze esotiche nell’ombra delle mie infinite colpe.

Che adesso vorrei la pace dei miei sensi.
In piedi sopra il davanzale sulla sola gamba destra
fra vasi di gerani e preziose collezioni di protesi rubate
spero sempre di trovare l'anima gemella per invitarla
a cena in un tecnobar nei pressi di Monkey Bay.
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è difficile commentarla...non è un delirio, è legata ogni strofa all' altra da...da....ricerca? Ricerca disperata? Mi è piaciuta molto

il 22/02/2011 alle 09:13

beh voleva essere alquanto lineare nel suo semidelirio disperato ricercato. credo manchino dei passaggi piu' immediati. troppi singulti. ci lavorero'. grazie,

il 23/02/2011 alle 07:21