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Pubblicata il 13/02/2011
Il giorno, come una malattia,mi consuma le ossa,
ed io
scheletro solo
copro gli occhi per non guardare la miseria.
Ma lei s'insinua tra la luce delle tapparelle,
mi tocca e mi chiama
e non ha pena.
Aspetto la notte per cacciarla,
per correre tra gioie inventate,
per essere bella, tra l'oro dei sogni.
Nel mio posto segreto
la pelle mi cerca,
e come velo sottile mi copre il dolore,
e attende con me, compagna, un nuovo giorno.
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una velata tristezza, che si rifugia nei sogni. la notte può essere consigliera e rifugio. un posto segreto dove la tua anima trova ristoro, e assieme alla tua pelle attende un nuovo giorno.può sembrare una poesia triste invece la vedo pervasa di speranza e di voglia di ricominciare...un abbraccio ninetta, piaciuta...

il 13/02/2011 alle 09:51
dck

La pelle che ti cerca, che ti è compagna e che ti sta vicina nel pericolo, nel rischio nel positivo e nel negativo.
Il resto sfugge a chi legge, perchè giustamente vuoi che sia solo accennato e delineato.

il 13/02/2011 alle 11:23

mi piace, mi piace, rich.

il 13/02/2011 alle 11:23

bella, e molto sentita

il 13/02/2011 alle 12:07

Il tuo stile mi piace molto.
Bellissima poesia.
Alessia

il 13/02/2011 alle 15:38

La notte a volte può essere dolce. Un abbraccio.

il 14/02/2011 alle 10:18

:)

il 14/02/2011 alle 10:18

GRaaazie!!

il 14/02/2011 alle 10:19

Sono contenta! grazie del passaggio! :)

il 14/02/2011 alle 10:19

GRazie Ale, anche io lo sai ho un debole per te! grazie mille

il 14/02/2011 alle 10:20