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Pubblicata il 11/02/2011
Bianca sposa primaverile, era la neve che
per dispetto, cadeva ancora
ricopriva macchine, tetti, case, quei focolari
di tenui sofferti anni –
come fosse facile –
costruire la tenda, che di sole, sotto questo
pallore, ricerca la stagione buona
ora che la neve cade silenziosa,
tombale, si soffoca d’amore
ed è meglio
lasciarsi qualche metro.

Poi ricomporre quei gesti consueti,
lavare le tende, piantare le primule, oggi che
ancora il freddo le chiude, eppure
piantarle.

“State lì!”.
Vi prego, non ripiegatevi,
resterò
ad ascoltarvi come fosse
una prima volta, unica volta.
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la fine di qualcosa, la neve che ritorna come sempre, questa volta tombale, il ricominciare stanco, di una tristezza immensa, eppure con una speranza, seppur lontana...bella molto

il 11/02/2011 alle 09:10

Mi piace l'incanto/letargo raffigurato dalle immagini dei tuoi versi. Ciao, Fabio.

il 11/02/2011 alle 14:39

si percepisce un'atmosfera.....particolare. ciao

il 11/02/2011 alle 16:27

Sicuramente non centra un ficco secco con quanto hai scritto, però leggendola mi sono venute in mente certe letture giovanili riguardanti Rimbaud, Gerard De Nerval, Germain Nouveau. Qualcosa che a che fare con la "perdita", il senso del vuoto. Il lasciare e prendere allo stesso tempo. Forse. Però piaciuta.

il 11/02/2011 alle 16:41

Bella , triste ma speranzosa, mi ricorda il tentativo di ricominciare dopo un terremoto o un alluvione e, provare ad amare ancora la neve anche dove non la si sa più apprezzare e ricopre i nostri morti sotto le macerie. La primula è la primavera, la speranza dell' uomo in tempi migliori . O no ? Ciao . Cecilia

il 11/02/2011 alle 17:06