PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 09/02/2011
Mai ti sentii così vicino,
neanche quando ti portai nel grembo,
come quando mi cantasti,
suonando alla chitarra, IL LADRO.
“Ti proteggerò dal dolore e dalla noia”
suonavi e cantavi per me, o forse anche per te
le canzoni del tuo mito giovanile.
Suonasti per due ore, o forse più,
fino a cogliere le preziose lacrime della liberazione.
Ogni tanto volgevo il capo, dipanando memorie
e fugando ombre minacciose.
Talvolta la tristezza può raggiungere
eoni di altitudini,
e trafiggere con le schegge delle lacrime
le più lontane nuvole.
E tu cantavi e suonavi per me.
O forse per te soltanto.
“Quando verrà il tempo di partire
io ti accompagnerò,
in quel territorio sconosciuto,
lì dove i padri perdono i figli...
lungo quel sentiero che temevi
già da bambino,
...ed insieme avremo paura. “
La stessa indicibile emozione che provai
a suo tempo quando ascoltavo “L’ALBERO”
chiusa nella tua stanza vuota
a lottare con un imperioso bisogno di piangere.
Soffocata da una emozione che, ancora oggi,
non riesco a spiegare.
Suonavi come un samurai che brandiva la sua scimitarra.
A fugare la mia angoscia, a cullare le mie paure.
Tu, figlio, mi cantavi la ninna-nanna

nota: si tratta di brani del cantante Angelo Branduardi
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)

un figlio nel ventre materno è parte del corpo materno, dipende completamente da lei e con lei è in simbiosi totale. E' totalmente della madre che ne è arbitro del suo destino e al figlio non è data alcuna "decisione".Un figlio adulto è autonomo, libero di amare o meno la madre, di decidere della propria vita e di ogni propria azione. Sceglie di amare, non è "costretto" e quando questo avviene una madre ne prova una gioia che va ben oltre il legame obbligato del cordone ombelicale. Il figlio è "suo", le "appartiene" per libera scelta.
E quando, com'è naturale, il figlio va via, una madre riconosce i segni che il figlio istintivamente ha lasciato nel corso degli anni per consolarla del suo inevitabile allontanamento. Come te, che ora ritrovi nei suoi canti, "la ninna nanna" per acquetare il tuo cuore .
bellissima!
baci
eos

il 09/02/2011 alle 12:03

suonavi come un samurai, tutta la lettera mi è piaciuta per la calda espansività materna, amore amniotico che non conosco, rich.

il 09/02/2011 alle 12:47

un figlio che canta la ninna-nanna alla madre..in questa mancanza di ruoli, di barriere, in questo reciproco cercarsi da esseri umani, è la bellezza di questa tua...

il 09/02/2011 alle 13:31

Mi piace molto lo stile. Il contenuto non può essere commentato, però lo stile è quello tuo. Un bacio gentile, Fabio.

il 09/02/2011 alle 18:20

i figli non ci appartengono... quando vivranno indipendenti, quando il cordone sarà reciso, rimarrà la nostalgia ...così è la vita. molto bella. ciao da ninetta.

il 09/02/2011 alle 22:00

Mi hai fatto ritornare indietro quando i miei quattro ragazzi suonavano ed io cantavo insieme di Mina, per fortuna ho registrato tutto e quando voglio sentirli mi isolo in una stanza ad ascoltarli, ti giuro che sto bene in quel momento.
Dolcissima poesia Anna grazie per averla scritta.
Marygiò

il 10/02/2011 alle 19:12

Bel contenuto.
Carino il finale, invertiti i ruoli.

il 23/02/2011 alle 15:17