un figlio nel ventre materno è parte del corpo materno, dipende completamente da lei e con lei è in simbiosi totale. E' totalmente della madre che ne è arbitro del suo destino e al figlio non è data alcuna "decisione".Un figlio adulto è autonomo, libero di amare o meno la madre, di decidere della propria vita e di ogni propria azione. Sceglie di amare, non è "costretto" e quando questo avviene una madre ne prova una gioia che va ben oltre il legame obbligato del cordone ombelicale. Il figlio è "suo", le "appartiene" per libera scelta.
E quando, com'è naturale, il figlio va via, una madre riconosce i segni che il figlio istintivamente ha lasciato nel corso degli anni per consolarla del suo inevitabile allontanamento. Come te, che ora ritrovi nei suoi canti, "la ninna nanna" per acquetare il tuo cuore .
bellissima!
baci
eos
suonavi come un samurai, tutta la lettera mi è piaciuta per la calda espansività materna, amore amniotico che non conosco, rich.
un figlio che canta la ninna-nanna alla madre..in questa mancanza di ruoli, di barriere, in questo reciproco cercarsi da esseri umani, è la bellezza di questa tua...
Mi piace molto lo stile. Il contenuto non può essere commentato, però lo stile è quello tuo. Un bacio gentile, Fabio.
i figli non ci appartengono... quando vivranno indipendenti, quando il cordone sarà reciso, rimarrà la nostalgia ...così è la vita. molto bella. ciao da ninetta.
Mi hai fatto ritornare indietro quando i miei quattro ragazzi suonavano ed io cantavo insieme di Mina, per fortuna ho registrato tutto e quando voglio sentirli mi isolo in una stanza ad ascoltarli, ti giuro che sto bene in quel momento.
Dolcissima poesia Anna grazie per averla scritta.
Marygiò