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Pubblicata il 03/02/2011
Udisti/udimmo
il grido degli oppressi.

Ti raggiunse/ci raggiunse
l’odore della morte,

che in fiumi di sangue si dissetava,
scorrevano torrenti di caos ad inghiottire la Vita,
l’ordine, la convivenza tra gli umani.

Nell’ora del mercato,
quando pullulava la frenesia del vivere,
il pane si intinse nel sangue del fanciullo,
la madre colpita d’inatteso sgomento,
fauci di fuoco, cavalli imbizzarriti.

Grida, grida si levavano al cielo
come colonne di fumo intriso di carne arroventata,
dinanzi alla pioggia di proiettili,
inermi mani si levavano al cielo quasi a fermare imprevista mattanza
…teste di uomini e bestie rotolavano tra le macerie,
urla di vecchi e bambini stridevano con le voci stridule,
strozzate nella faringe,
solo una madre leva un nitrito d’altissimo suono infuocato,
un fiume lavico di dolore incompreso,
tutto fu fatto per sterminare le mura della tua Città di pace e silenzi sonori,
attraversata fino ad all’ora da un torrente quieto.

Ti descrisse l’artista facendo appello
all’eco d’inchiostro che pervenne
fino al padiglione del suo orecchio/cuore.

Fin laggiù giunsero le voci dei disperati,
il fumo della falce
che si abbattè furiosa di odio,
immensa falce, che non falciò grano
di speranza ma ti condannò alla fine senz’appello.
Poi venne un uomo con strumenti policromi,
venne a te come pellegrino d’amore,
altra falce sguainò, altra arma e
senza colpo ferire
ti riedificò su fondamenta azzurre,
ti alitò un velo di colore che ti ridiede la vita
in pochi metri di tela, e nessuno da allora
potrà scalfire
la tua identità immortale
che altri vanamente gettarono
nel baratro di caos senza fine.

Guernica vive in un perimetro d'Amore.

*incantata e suggestionata da una tela di Picasso nota anche col titolo "Il Caos"
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Nel mio universo senza coincidenze....prima leggo Moirym....ed ora te. Ripropongo il commento che ho fatto a lei. Aggiungendo.......la tua....mi ha portato anche un poco di speranza che vibra in armonia con quella che sento dentro me. Con affetto, simone

il 03/02/2011 alle 12:29

io credo nelle coincidenze! eccone una prova. Grazie Simone, mi consola il fatto che questo mio scritto stia suscitando discussioni lì dove l'ho pubblicato...ricambio l'affetto. anna

il 03/02/2011 alle 14:29

la scelta del passato remoto "Udisti/udimmo
il grido degli oppressi" come tempo verbale è indovinatissima. Quasi un fermo immagine sull'orrore rappresentato nel quadro, un dolore che penetra di colpo, tutto insieme, una volta per tutte e resta dentro.
Dopo di che tutto prende vita nei tuoi versi, scompare l'immobilità delle figure e con un sapiente flash back riporti indietro il tempo all'attimo prima e sembra di vedere il brulicare della vitaa in quel mercato che l'attimo dopo sarà un'enorme tomba. L'uso dell'imperfetto verbale dà movimento alle immagini evocate dai versi e sembra di vedere la distruzione di persone, animali e cose in fieri e poi scorrere quel fiume di sangue.
E torni nella penultima strofa all'uso del passato remoto, e riporti la vista sul quadro, sul "tutto è compiuto".
Nell'ultima strofa tutto si anima di nuovo, la vita ritorna, Guernica, quasi città celeste rivive ad opera di un uomo per volontà divina.
Sei stata bravissima! mi è sembrato di assistere alla proiezione di un video: prima, durante e dopo eterno.
bacioni
eos

il 03/02/2011 alle 14:46

il bombardamento del paese di guernica, settemila anime , lo hai descritto bene, così com'è rappresentato nel quadro di Picasso: la madre che tiene in grembo il figlio morto , il cavallo ferito che rappresenta il popolo, la brutalità della guerra (toro) sotto il cavallo brandelli umani, una mano con i segni di vita spezzata.il tutto descrive l'orrore per la guerra. Picasso ha voluto lanciare un monito verso coloro che si astengono dall'impegno politico e sociale.Da questa storianascono leggende , in fondo erano grossi gli interessi sia politici che militari. tutto viene fatto sempre in funzione del potere ..chi ci rimette sono sempre i deboli e gli indifesi. grazie per aver proposto questa riflessione su questo quadro. baci , ninetta.

il 03/02/2011 alle 16:05

Grazie Eos, sei sempre competente e approfondita nei tuoi commenti..sappi che mi è tanto piaciuto che me lo sono copiato da un'altra parte....dove si era innescato un bel dibattito. Ti mando in privato il link..GRAZIE!!!TVB

il 03/02/2011 alle 20:36

Molto gradito anche il tuo commento cara Ninetta! Grazie per la lettura. anna

il 03/02/2011 alle 20:37

molto bella, molto attuale visto il panorama globale. Qualche sala più in là io non riuscivo a strapparmi da :' las meninas' quello specchio sul fondo su cui si sono scritti centinaia di volumi e picasso ha voluto rifarla a modo suo per liberarsi dall'ossessione

il 03/02/2011 alle 23:15

e ci è riuscito intrappolando noi che ne restiamo incantati

il 04/02/2011 alle 08:29

26 aprile 1937.Durante la guerra civile spagnola
Picasso raffigurò sulla sua tela questo evento storico, anche se è rappresentato con la sua tecnica (tipica del cubismo) che tende a deformare la realtà, geometrizzare le forme e a utilizzare pochi colori. In questo caso Picasso utilizzò solo una scala di grigi per rendere la drammaticità di ciò che stava rappresentando.
La scena di guerra non è immediatamente identificabile per chi non conosce il contesto in cui è stata realizzata (Picasso dipinse quest’opera basandosi su ciò che aveva appreso dai giornali, in quanto in quel periodo si trovava in esilio in Francia).
Sono presenti diversi simboli che aiutano a comprendere il significato drammatico del dipinto, dei quali però Picasso non diede una spiegazione precisa:
• Il cavallo che urla, secondo alcuni critici rappresenta la natura ferita, secondo altri il segno di come la nobiltà e la fierezza (tipiche del cavallo, ma anche della Spagna) vengano ferite a morte dalla brutalità della guerra;
• Il toro, simbolo della Spagna, è presente nella cultura occidentale con un duplice significato: da un lato, rappresenta la fertilità, la virilità, la forza, dall’altro è l’oscuro nemico da battere (come nella corrida spagnola);
• La donna col bambino morto in braccio, rappresenta il dolore universale dell’uomo;
• Il soldato caduto è il simbolo della gioventù distrutta dalle atrocità della guerra;
• Le donne, di cui una che scappa, una che regge un lume e un’altra che grida dall’interno di una casa, sono altri segni di dolore e rassegnazione;
• I segni della violenza (la ferita del cavallo, la spada spezzata in mano al soldato caduto, le bocche spalancate in un grido di dolore) rendono ancora di più la tragicità dell’evento;
Cara Anny , naturalmente prima di prepararmi a questo commento sono andata a documentarmi e anche a vedere il dipinto.
Hai fatto una trasposizione molto aderente alla tela del grande Picasso.
Dora

il 04/02/2011 alle 17:03

bravissima, tema appassionante e finale di fiamma, rich.

il 04/02/2011 alle 17:35

IMMENSA DORA!!! GRAZIE

il 04/02/2011 alle 21:02

detto da te vale un OSCAR, grazie rich!

il 04/02/2011 alle 21:02

Hai saputo ullustrare molto bene la veduta del quadro
a chi non ha avuto il piacere di ammirarlo.
Complimentissima Anna sei una perla rara.

Buob fine settimana.
Marygiò

il 05/02/2011 alle 18:27

ma no, cara è che mi sto applicando in questo genere, grazie cmq.un bacio. anna

il 05/02/2011 alle 18:52