Nel mio universo senza coincidenze....prima leggo Moirym....ed ora te. Ripropongo il commento che ho fatto a lei. Aggiungendo.......la tua....mi ha portato anche un poco di speranza che vibra in armonia con quella che sento dentro me. Con affetto, simone
io credo nelle coincidenze! eccone una prova. Grazie Simone, mi consola il fatto che questo mio scritto stia suscitando discussioni lì dove l'ho pubblicato...ricambio l'affetto. anna
la scelta del passato remoto "Udisti/udimmo
il grido degli oppressi" come tempo verbale è indovinatissima. Quasi un fermo immagine sull'orrore rappresentato nel quadro, un dolore che penetra di colpo, tutto insieme, una volta per tutte e resta dentro.
Dopo di che tutto prende vita nei tuoi versi, scompare l'immobilità delle figure e con un sapiente flash back riporti indietro il tempo all'attimo prima e sembra di vedere il brulicare della vitaa in quel mercato che l'attimo dopo sarà un'enorme tomba. L'uso dell'imperfetto verbale dà movimento alle immagini evocate dai versi e sembra di vedere la distruzione di persone, animali e cose in fieri e poi scorrere quel fiume di sangue.
E torni nella penultima strofa all'uso del passato remoto, e riporti la vista sul quadro, sul "tutto è compiuto".
Nell'ultima strofa tutto si anima di nuovo, la vita ritorna, Guernica, quasi città celeste rivive ad opera di un uomo per volontà divina.
Sei stata bravissima! mi è sembrato di assistere alla proiezione di un video: prima, durante e dopo eterno.
bacioni
eos
il bombardamento del paese di guernica, settemila anime , lo hai descritto bene, così com'è rappresentato nel quadro di Picasso: la madre che tiene in grembo il figlio morto , il cavallo ferito che rappresenta il popolo, la brutalità della guerra (toro) sotto il cavallo brandelli umani, una mano con i segni di vita spezzata.il tutto descrive l'orrore per la guerra. Picasso ha voluto lanciare un monito verso coloro che si astengono dall'impegno politico e sociale.Da questa storianascono leggende , in fondo erano grossi gli interessi sia politici che militari. tutto viene fatto sempre in funzione del potere ..chi ci rimette sono sempre i deboli e gli indifesi. grazie per aver proposto questa riflessione su questo quadro. baci , ninetta.
Grazie Eos, sei sempre competente e approfondita nei tuoi commenti..sappi che mi è tanto piaciuto che me lo sono copiato da un'altra parte....dove si era innescato un bel dibattito. Ti mando in privato il link..GRAZIE!!!TVB
Molto gradito anche il tuo commento cara Ninetta! Grazie per la lettura. anna
molto bella, molto attuale visto il panorama globale. Qualche sala più in là io non riuscivo a strapparmi da :' las meninas' quello specchio sul fondo su cui si sono scritti centinaia di volumi e picasso ha voluto rifarla a modo suo per liberarsi dall'ossessione
26 aprile 1937.Durante la guerra civile spagnola
Picasso raffigurò sulla sua tela questo evento storico, anche se è rappresentato con la sua tecnica (tipica del cubismo) che tende a deformare la realtà, geometrizzare le forme e a utilizzare pochi colori. In questo caso Picasso utilizzò solo una scala di grigi per rendere la drammaticità di ciò che stava rappresentando.
La scena di guerra non è immediatamente identificabile per chi non conosce il contesto in cui è stata realizzata (Picasso dipinse quest’opera basandosi su ciò che aveva appreso dai giornali, in quanto in quel periodo si trovava in esilio in Francia).
Sono presenti diversi simboli che aiutano a comprendere il significato drammatico del dipinto, dei quali però Picasso non diede una spiegazione precisa:
• Il cavallo che urla, secondo alcuni critici rappresenta la natura ferita, secondo altri il segno di come la nobiltà e la fierezza (tipiche del cavallo, ma anche della Spagna) vengano ferite a morte dalla brutalità della guerra;
• Il toro, simbolo della Spagna, è presente nella cultura occidentale con un duplice significato: da un lato, rappresenta la fertilità, la virilità, la forza, dall’altro è l’oscuro nemico da battere (come nella corrida spagnola);
• La donna col bambino morto in braccio, rappresenta il dolore universale dell’uomo;
• Il soldato caduto è il simbolo della gioventù distrutta dalle atrocità della guerra;
• Le donne, di cui una che scappa, una che regge un lume e un’altra che grida dall’interno di una casa, sono altri segni di dolore e rassegnazione;
• I segni della violenza (la ferita del cavallo, la spada spezzata in mano al soldato caduto, le bocche spalancate in un grido di dolore) rendono ancora di più la tragicità dell’evento;
Cara Anny , naturalmente prima di prepararmi a questo commento sono andata a documentarmi e anche a vedere il dipinto.
Hai fatto una trasposizione molto aderente alla tela del grande Picasso.
Dora
Hai saputo ullustrare molto bene la veduta del quadro
a chi non ha avuto il piacere di ammirarlo.
Complimentissima Anna sei una perla rara.
Buob fine settimana.
Marygiò
ma no, cara è che mi sto applicando in questo genere, grazie cmq.un bacio. anna