PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 24/01/2011
Come in una visione prese forma in ognuno
quello che il cuore invocava di nuovo in vita.
Un bagliore irreale rischiarò volti perduti
tornati com’erano prima e a loro altri si unirono
ciascuno teneva per mano la causa di un dolore antico
così si distese la catena infinita, vita dopo vita.

Amori osteggiati, vendette incompiute, promesse mancate
tutto fu rimestato nell’indistinguibile grigio
di ciò che è chiuso in un istante perenne
così restarono intatti, sospesi, eterni e incompiuti.

La terra vibrò sotto il peso dei morti e dei vivi
e di chi l’aveva, anche per poco, attraversata
le immense distese dei continenti non furono più sufficienti.
Svanirono oceani troppo agitati, come riverberi di specchi spezzati
e il vuoto non ebbe più posto nel mondo, tutto fu presto colmato
nulla ebbe fine, nulla ebbe inizio, nulla apparve più spoglio
sotto l’immane bailamme del turbine umano.

La morte conobbe, allora, la sua stessa paura
brandì impotente la falce e non colpì niente
al servo fedele mozzo, per errore, di netto le ali.
Sul sangue versato ricadde e lì, alla gogna, rimase il tempo.
Con uno schianto s’arrestò sul momento. Spirò così l’urgenza
dell’agire umano, del dire le giuste parole cogliendo l’istante,
Nulla si consumò più sfregando le albe e i tramonti.
Il buio e la luce smisero di contendersi il campo.
Ciò che scorreva cristallizzò sotto il chiarore dell’universo fermo.
Così la vita smarrì l’anima, perse l’ardore e, nell’aria incompiuta, divenne eterna.
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In una poesia...la filosofia della vita...eterna. Molto da leggere/pensare/riflettere. Complimenti e saluti, simone

il 24/01/2011 alle 12:20

perdere l'ardore? l'ultima riga mi ha procurato un mezzo infarto ma tutta la poesia è densa e suggestiva, ho apprezzato in particolare "la morte conobbe, allora, la sua stessa paura", bravo sanchopanza da rich.

il 24/01/2011 alle 12:33

bella elucubrazione sulla nostra nascita, anche le licenze poetiche interessanti, la terra che vibra sotto il peso dei moscerini che vanno e vengono, appioppare alla morte la nostra paura ...da leggere ancora.

il 24/01/2011 alle 12:55

mi è piaciuta tantissimo. e soprattutto " così la vita smarrì l'anima, perse l'ardore e nell'aria incompiuta divenne eterna.

il 24/01/2011 alle 12:59

l'ho letta più volte cercando di immedesimarmi...una vita eterna in cui non c'è nè inizio nè fine, nè prima nè dopo. nè rimpianto perchè tutto è in fieri eternamente e nessun istante è mai perso. Dopo la prima reazione di entusiasmo...onestamente mi ha fato un pò paura. La nostra vita è vita umana, fatta di tempo dolorosamente perduto ed è questo, secondo me che rende così cocenti i rimpianti, le occasioni non vissute( e che se vissute magari erano uno schfo)...Un'eterna incoscienza, senza dolore sì, ma senza neanche gioia, senza emozioni nè belle nè brutte, senza guerre ma senza nemmeno la pace...francamente mi fa paura. E poi
"Ciò che scorreva cristallizzò sotto il chiarore dell’universo fermo.
Così la vita smarrì l’anima, perse l’ardore e, nell’aria incompiuta, divenne eterna."...mi terrorizza semplicemente. Sembra la quiete degli angeli...ma io preferisco la tempesta dei vivi.
E credo questo tu voglia dire: la vita, con le sue contraddizioni, il suo eterno fluire, i suoi dolori, ma anche le sue gioie....è preferibile a una incosciente(senz'anima) beatitudine.
molto, molto bella in ogni verso.
un abbraccio
eos

il 24/01/2011 alle 16:24

solo ora realizzo il titolo" La poesia dei più" cioè dei morti. Ora capisco meglio ciò che ho detto istintivamente.
Ma che fai? sogni o vedi l'al di là? perchè credo che sia proprio così...
ri-abbraccio
eos

il 24/01/2011 alle 16:31

Grazie Simome sempre apprezzato il tuo commento.

il 24/01/2011 alle 19:51

L'ardore s’accende, come una fiamma, per le cose che hanno un tempo ed esso stesso ha un inizio ed una fine (la durata della combustione). In una vita eterna ogni cosa perde la sua dimensione temporale, non c'è più motivo d'accendersi, tutto dura in eterno ... almeno credo. Grazie per il tuo commento lusinghiero. Un abbraccio!

il 24/01/2011 alle 19:58

Grazie per il tuo commento... veramente molto incoraggiante. Un saluto!

il 24/01/2011 alle 20:15

Grazie per la lettura e per il commento molto positivo... solletica la mia vanità. Un abbraccio!

il 24/01/2011 alle 20:17

Ho più motivi per gongolare grazie al tuo commento: il primo e che hai letto la mia più volte; il secondo è che hai provato entusiasmo (oltre il massimo auspicabile per me); il terzo è che mi sento pienamente capito anche se scrivo per accenni (un giorno proverò a scrivere quasi niente o niente e attenderò sicuro il commento); il quarto è che ti è piaciuta in ogni verso. Per tutti questi motivi nel loro insieme il bisturi affilato della tua vivisezione è come olio essenziale sulla mia pelle (senza ipoteca alcuna per il futuro). Ti ringrazio dal profondo del cuore.

il 24/01/2011 alle 20:35

la prima strofa è buddista, ma tutta la poesia ha il respiro quasi di un epopea, l'indagare cause che hanno reso la vita così com'è, così come la conosciamo...Filosofia, la vita specchio che riflette infinite cause, che si rinnovano eternamente, senza pace e senza fine, dolore che si rinnova eternamente rinnovandosi infinitamente nel gioco della causa e dell' effetto...mi hai stupito sancho, questa tua nasce da un anima inquieta in cerca di un perchè, e questo è molto bello...un abbraccio

il 25/01/2011 alle 11:56

Tana! C'è un sottile filo rosso buddista che ispira la mia ... il nascere e rinascere, l'impermanenza della vita... Trovo il tuo commento molto bello e immeritato ... gareggia in bellezza con le tue stesse poesie. Grazie!

il 25/01/2011 alle 18:58

Ti ringrazio molto per il tuo bel commento

il 11/02/2011 alle 18:04