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Pubblicata il 19/01/2011
Mi caverei gli occhi,
e li poserei dolcemente
in uno scrigno rivestito d’alcantara

Mi taglierei la lingua
e la metterei a riposare
tra due cuscini di seta rosa.

Stessa sorte per le orecchie:
le appenderei ai lati dello specchio
ultimo testimone del mio gesto

Uscirei con passo spedito da casa,
e, guidata dal mio sesto senso,
camminerei impettita tra i passanti.

Non guarderei nessuno in faccia,
non rivolgerei neanche un "perché?"
e altresì non potrei ascoltarne.

Poi giocherei a stupirmi
nel vedere che ho trovato
così tanti imitatori.
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è una mia vecchia cugina estatica che lavorò con Bunuel.
Un sorriso da Viridiana.

il 31/01/2011 alle 15:15

sorgono sospetti e null'altro aggiungo.
Un sorriso da Viridiana.

il 31/01/2011 alle 21:42

nel 1977 a Moglev vicino a Minsk.
Ci capimmo subito nonostante le differenze linguistiche che si frapponevano fra noi,dato che io allora parlavo solamente un dialetto della bassa Ucraina sconosciuto ai più.
Ma il linguaggio gestuale ebbe il sopravvento su questa inezia.
Forse ti vidi lì,alle sue spalle,che sorseggiavi un grog a base di vodka e tuorli d'uova di anatre della Vistola,mentre pensavi come era bello il Colosseo al tramonto e com'erano buoni i bucatini cacio e pepe dalla sora Carla in Trastevere.
E una lacrimuccia ti finiva a diluire il grog,sempre troppo bollente...
Un sorriso da Viridiana.
P.s. ciò non toglie che non ci si sia già annusati,io e te,sul web,sai è vasto come la madre Russia il web,vasto,vastoo,vastoooo.

il 01/02/2011 alle 10:51