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Pubblicata il 19/01/2011
Spinge l’interruttore, Antonia
e la luce del vespro della sua vita cala
sulle rughe, sui capelli bianchi
sulle tempie vuote, sugli occhi
che hanno visto troppe cose
lì in fondo alle orbite, in mezzo alla testa
che non è riuscita a cedere al cuore
neanche adesso che si fa sera.
Un ultimo sguardo al profilo, mentre la tua immagine
scompare dallo specchio,
lo facevi quando eri ragazza
ti guardavi camminando
senza girarti, di lato
come ti vedevano gli altri
dicevi che era più importante.
Hai visto sfiorire il tuo ventre
senza essere riuscita a riempirlo una volta,
ma hai pasciuto i figli di un'altra femmina,
tua sorella, non era stato amore a metterli lì
ma tu lo stesso li hai allevati
guardandoli come la tua carne.
Non guardasti più un uomo
non ne sentisti il bisogno
perché il dolore di quest’altra
ti aveva contagiato ed era rimasto
da solo nel ventre, a bruciare
che senso aveva rischiare per un’altra bestia
che ti strappa dal cuore qualsiasi sogno.
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si può essere madri , senza aver partorito.capita che, molte donne ,pur avendo partorito non amino i propri figli ,come dovrebbe una madre. descrivi un sentimento d'amore e di dedizione, che colpisce. molto bella. complimenti, ninetta.

il 19/01/2011 alle 08:46

Mi accodo a ninetta. Malinconica, triste, e molto bella. Complimenti e saluti, simone

il 19/01/2011 alle 10:28

grazie per il gradimento ed i complimenti

il 20/01/2011 alle 08:51