Più non andrò tra ricami di fioriti sentieri
dove il cielo e l ’orizzonte si tengono per mano,
vibra tra mente e cuore la nostalgia di ieri
mentre vane parole s’involano lontano.
Vorrei fermare il tempo, quell’attimo fugace
di un breve autunno che intaglia ombre di gelo,
intrisa d’angoscia l’anima si tace
come un sole velato da un burrascoso cielo.
Siamo il nostro silenzio appena profanato,
Emozioni perdute e mai più ritrovate,
siamo musica triste di un violino stonato,
fiore appassito di un ricordo d’estate.
Brancolo tra i vicoli del cuore
vagheggiando di un sogno mai avverato,
pregando che raggiunga il suo torpore
nell’inganno di un sonno rabberciato,
affinchè questo amaro dolore raddolcisca
e con l’arrivo dell’alba si assopisca.