Non sono stato il poeta
degli slanci come aerei,
i miei voli sulla carta
son rimasti i pindarici
e la verità è nel mezzo
ma ci si stufa molto prima,
se si raccolgono frutti acerbi
e si bevono amari calici.
Libero sì, ma sempre nei limiti
di programmi bizzarri a dir poco
con un’ansia di aiuti impossibili
e la voglia di non restare solo,
proprio io, sempre circondato,
sempre pronto a ritirarmi,
pur con un cuore che non so dire,
caldo anche vicino al Polo.
È l’idea di non fermarmi
che rialza pagine accantonate,
ma chiusure d’ogni genere
sbarrano il passo all’energia
e nel mezzo di guerre e stenti,
di persone ormai sedute,
di cicli chiusi senza rimedi
tra risa e pianti cerco la via.