PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 05/01/2011
Ramazza i boulevard il vento di maggio,
il sole spruzza il suo succo sugli Champs-Elysees
e scaglie d’azzurro tra le nuvole in corsa
a disegnare la volta più bella d’Europa.

Sono giunto puntuale alla fermata del Louvre,
Place Vendome e l’obelisco son lì tra rubini e smeraldi,
e ti sei voluta sedere in quel vecchio bistrot
dove fan la meilleure chocolat du Paris.

Ti immagino ora accavallare le gambe,
con la gonna che s’accorcia sulle cosce tornite,
lasciando il pizzo della giarrettiera
a disegnarsi nell’occhio dei passanti.

Si poserebbero su te tutti gli sguardi
dal boulevard des Capucines fino a l’Opèra,
lascivi e ammiccanti quelli maschili
furtivi saranno quelli del gentil sesso.

Pitturerei la tua bocca sottile
con rossetto vermiglio acceso,
rendendo le labbra carnose
come la polpa del fico maturo.

Le vedrei poi con grazia serrarsi
su un bocchino in ebano stile anni ’20,
aspirando boccate di fumo
da una bianca e leggera Muratti.

Coi tuoi occhi avvinghiati nei miei
mi soffieresti tra il naso ed il mento
tabagiferi sbuffi a piccole dosi,
ed io aspirerei pagando un sussulto di tosse.

Ti porterei poi a passeggio per rue de la Paix
dove tu,sinuosa al mio fianco,
saresti l’invidia delle prostitute ai portoni
e un quadro di Lautrec per i loro clienti.

Diamante in mezzo a zirconi,
col tuo copricapo a mo’ di corona,
incederesti tra loro altezzosa,
come regina delle tante Marie Maddalene.

Dopo aver sorbito aperitivo ed entreè,
andremmo a gustare il piatto del giorno
nell’androne di un vecchio palazzo.
con le pietre consunte a grattarci la schiena.

In una giostra di mani,di seta e cotone
con l’udito teso ai passanti per strada,
saremmo accozzaglia di nervi
offerti al dio Eros per placarne la fame.

Spossato dai troppi pensieri ,
sulla soglia dell’ospedale Esquirol,
afferro il reale che s’affaccia alla mente
con te che stringi le mie mani sudate.

Dei tuoi occhi vedo le palpebre chiuse
e flebile odo un “au revoir et merci”,
mentre lo sguardo severo della madre badessa
scandaglia con minuzia la scena.

La mia voce tradisce emozione
nel salutarti in stentoreo francese
balbettando un “Au revoir et merci,
aussi a vous,soeur Marie Egle*”
(mia adorata cugina)

*“arrivederci e grazie anche a voi,sorella Marie Egle”
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grazie per questo giro turistico, naturalmente diverso dal tuo.piaciuta. saluti , ninetta.

il 05/01/2011 alle 18:17

Buon 2011.
Ignazionuvolari

il 05/01/2011 alle 19:12

l'avete fatto in un portone ? siete matti ?! molto bella bravo.

il 06/01/2011 alle 08:50

è un viaggio onirico,un sogno ad occhi aperti,tanto più che ella era suora oltre a essere cugina.
Un saluto.
Ignazionuvolari.

il 10/01/2011 alle 08:59