PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 19/12/2010
Vi seguivo, nelle vostre case spoglie
tra timidi sorrisi e madri materne
sempre affaccendate in cucina

nelle vostre camere così precarie
come fossero tende più che nidi al sole;
vi osservavo come pazza mentre le mamme
parlando un idioma che fingevo di capire
chiedevano solo con gli occhi se mai era possibile

e questa parola, non capivamo
ma di cui sentivamo già le piccole spalle gravate
riempiva l’aria, correva verso le finestre

inondava le verdi colline, l’amena laboriosità
dei ciliegi in boccio, dei cigni i tuffi dei becchi
lo specchio caldo, il lago
le biciclette appoggiate a questi muri

quando ognuno tornava a casa, alla propria
appartenenza e nell’entusiasmo bimbo
avevo imparato una parola straniera
la ripetevo. A modo mio, la ripetevo
nell’indifferenza.
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Mi ricorda la forza e la fragilita' di alcune delle mie cantanti preferite: Lucinda Williams, Liz Phair... Ma e' anche molto "nostra"..

Bonne dimanche, d.

il 19/12/2010 alle 13:08

taglia le case spoglie e le camere precarie e prende un passo molto ampio sul paesaggio della memoria l'appartenenza di una parola misteriosa, questa tua poesia non convenzionale, interessante, rich.

il 19/12/2010 alle 15:59

Molto brava Pat. Giusto equilibrio tra distacco e coinvolgimento. La definirei una poesia matura, dove l'accettazione e l'aver metabolizzato l'esperienza fa sì che la coscienza raggiunga uno stato tale di quiete, da permetterle di rivisitare il passato con una nuova luce.
Ciao
anakin.

il 19/12/2010 alle 16:08

grazie....non l'ho mai postata questa mia...i vostri commenti mi fanno capire che i dubbi che avevo sono ingiustificati... molte grazie a tutti...

il 19/12/2010 alle 18:54

bella e interessante una pat dolce :-) ciao

il 20/12/2010 alle 20:34