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Pubblicata il 17/12/2010
Tardo giorno che mi ricopri di viltà,
io vorrei non saperti, custodirti,
ma non conoscerti.
Perché poi mi sento perso
a denudarmi con te che stringi
i fianchi al mio rispetto;
voglio morire di una notte lunga
e scura, la più banale che c'è.
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bella sì.

il 18/12/2010 alle 19:16