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Pubblicata il 05/12/2010
E così, Dio scomparso, che voglio averti.
Piccolo cembalo di farina per il neonato.
Brezza e materia unite nell'espressione esatta
per amor della carne che non sa il tuo nome.

E così, forma breve d'inafferrabile rumore,
Dio in fasce, Cristo minuscolo ed eterno,
mille volte ripetuto, morto, crocifisso,
dall'impura parola dell'uomo che suda.

Federico Garcia Lorca
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'amor della carne che non sa il tuo nome'.....incredibilmente bella questa frase. E' questa una tua interpretazione di una poesia di Lorca? O....l' hai proposta per il periodo natalizio.....e perche' e' bella?
In ogni caso, grazie. Saluti, Simone

il 05/12/2010 alle 14:04

è l'originale di Lorca :-) ciao

il 05/12/2010 alle 14:18

La lirica è di Lorca, è una poesia molto particolare con una visione altrettanto particolare della natività
ciao
lilli

il 05/12/2010 alle 14:32

una stupenda poesia quanto mai appropriata in questo periodo natalizio, che di religioso ormai non ha piu' nulla...meritorio il tuo intento Lilli

il 05/12/2010 alle 16:30

lieta tu l'abbia apprezzata
ciao
lilli

il 07/12/2010 alle 13:13