Di bianco ho presente solo il Duca, però mi sono piaciuti questi grafemi un po' blasfemi. Bravo! Patti (cacciatrice di lombrichi)
Se si prendesse la buona abitudine di non leggere una poesia come se si andasse tra le bancarelle di un mercato, forse potremmo trovarvi degli spunti interessanti e forse, pur non apprezzandone il contenuto, ci limiteremmo a tacere la nostra ignoranza.
E parlo soprattutto di me.
forse castorius è un poeta rivoluzionario magari unico nel suo genere ed'è un artista x questo, ma se io dico che devo apprezzare una poesia che non capisco perchè essere ipocrita, lo stesso vale x castorious lui non comprenderà le nostre specie di poesie sempliciotte.
capito?
cmq tanto di cappello a castrorius.
Ho capito, ma mica siamo obbligati per forza a dire qualcosa. A maggior ragione se non capiamo quello che stiamo leggendo.
Mi pare piuttosto logico, no?
...è un pò come guardare The Snail di Matisse alla Tate Modern....(o i miei Zolla evidenziati dagli inchiostri decolorati - ce l'hai il raro incunabulo dedicato a Coulianu?-.....ma perchè uscire dal mondo, allora, è ancora così fuori moda.......?)
p.s. mi piace tutta, anche la cornice obliqua al v.6....e trovo difficile e assolutamente impoetico non capirla.....
grazie... di Zolla in realtà non possiedo *tantissimi* libri personalmente, ma un giorno vorrei parlare con Lei di Manganelli e della carta suicida...
in generale, da James Chance a Battiato, la wave fu piacevolmente affollata di bianchi che si dimenavano in una maniera che farebbe ridere qualsiasi nero-con-il-ritmo-nel-sangue (Bowie non fu granché fra questi, troppo compassato). io peraltro quando ballo ballo uguale.
c'era già uno che diceva castrorius... siete parenti, o il nome invita il refuso?
perché vuole che noi due ciuchini pinocchieschi e lucignoli si consideri il gesto di chi si dirupa, si esplode, si disentragna, si scavezza, si scinde per bisturi di treno, si incianura e incianotica, si ciancica e disfa, si appende a ricordevole cappio, si scalca di efficiente coltello? Non Le basta che ci si incartocci e incarteggi tra angiolieri (insomma….n.d.r.) e angioletti che seraficamente delibano in technicolor?
p.s.: le gustano le manganellate poetiche o le preferisce prosastiche e al dente? Io, la seconda....
prosastiche, moi aussi. la questione è una piccola chicca filologico-tipografica di cui mi avvidi su un treno per Pavia. ma spererei di raccontarGliela davanti a un bicchiero di quello (cosa? qualsiasi cosa) buono, a Pavia o meglio ancora altrove.