PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 26/10/2010
In un anfratto buio
di una grande stazione
un ragazzo dagli occhi spenti
rincantucciato
come a voler sparire
chissà dove sei
chissà se lo sai anche tu
un paese lontano
forse con strade di vetro
forse una casa lontana
col camino che fuma
forse dei volti, un volto
forse nessuno

E' un vero eroe
chi riesce a trovare una chiave
chi apre una porta, qualche porta
dell' insondabile dolore
ci vuole forse una sonda
attrezzi da palombaro
forse dimenticar se stessi
giocarsi la vita

Stanotte inutili? Compassionevoli mani
ti porteranno del cibo
una coperta
nulla accadrà
un silenzio assente
risponderà per te
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)

un toccante quadro urbano, d'assenza e vuoto nella vita assolutamente solitaria degli emarginati che vivono pur in mezzo alla gente...
Un abbraccio!
Ax

il 26/10/2010 alle 12:13

è frequente incontrare soprattutto nelle stazioni persone emarginate, che se ne stanno in disparte, rincattucciate in un angolo quasi come a dire:"scusatemi se esisto". Mi fa sentire veramente male e più ancora in colpa perchè non posso fare altro che offrirgli un sorriso e pochi spiccioli.
Ammiro molto quelli che fanno volontariato e si impegnano a restituire un pò di dignità di esseri umani a queste persone prese a calci dalla vita.
La tua poesia è un pugno nello stomaco caro Arturo...
un abbraccio
eos

il 26/10/2010 alle 13:01

si ax, ognuno con una storia, ormai abituati sembrano brutti arredi delle città, ma esseri umani...grazie carissimo

il 26/10/2010 alle 13:53

non l'ho scritta con l'intento di dare un pugno nello stomaco cara eos, ma mi fa piacere se scuote...la sensazione che spero di aver trasmesso è quella dell' impotenza, la stessa che ho provato io...grazie cara, un abbraccio anche a te

il 26/10/2010 alle 13:55

scuote e tanto...non ho assolutamente pensato che tu avessi intenzione di dare un pugno nello stomaco, ma è quello che provo di fronte a certe situazioni sulle quali non posso incidere in alcun modo, quello che tu chiami forse più precisamente impotenza.
abbraccio
eos

il 26/10/2010 alle 14:04

caro Leo....ti sono vicino col pensiero, ma non so il mio ascendente sul Padreterno..speriamo sempre in bene amico mio...ti ringrazio, e ti abbraccio

il 26/10/2010 alle 14:53

un quandro troppo reale e doloroso che hai saputo tratteggiare con capacità e poeticità rara. Bravo Arturo e grazie per suscitare in chi ti legge sentimenti solidali... che talvolta sono latitanti in noi.

il 26/10/2010 alle 14:57

quando si parla di queste cose è facile scender nel patetico e nel retorico....grazie Anna, so adesso che in qualche modo sono riuscito ad evitare questi pericoli...

il 26/10/2010 alle 15:17

Se la poesia si riappropriasse di questi temi sarebbe sicuramente migliore e anche più utile.
Mia personale opinione.
un caro saluto
ninomario

il 26/10/2010 alle 15:27

si Nino, sono d'accordo..non si può prescindere da quello che accade intorno a noi....ma nemmeno da qello che accade dentro di noi..ti ringrazio, un caro saluto anche a te..

il 26/10/2010 alle 16:02

bell'atmosfera, questa poesia mi piace nel profondo, molto anche per l'insondabile dolore che non si sa come scardinare...
mi hanno sempre colpito e interessato i diseredati, c'era una trasmissione che parlava di loro e se potevo non perdevo una puntata, poi la strada che sorprende, ho scritto una poesia delle mie su questo, qualche giorno fa, vuoi che te la mandi?

il 26/10/2010 alle 16:58

si rich, mandamela, la leggerò volentieri, lo sai..e grazie per questa mia...ciao magnifica

il 26/10/2010 alle 17:08

Immagini dolorose che inquadrano uno dei tanti spaccati di vita quotidiana,
che ritroviamo spesso...
alla stazione, lungo le strade,
persone che vivono
ai margini della società.
Quanta tristezza, negli occhi di queste persone,
e scatta nella mente tanti interrogativi
che restono insoluti.
Ma ci saranno senz'altro cibo e coperta
per un'altra serata per queste anime sole.
Bravo Arturo , a ricordare
queste storie quotidiane difficili..
Ciao!
Dora

il 26/10/2010 alle 18:15

si Dora, e non è mica tanto facile aiutar veramente qualcuno...ti ringrazio Dora, ciao

il 26/10/2010 alle 20:55

Quelle che descrivi sono immagini, purtroppo, abbastanza frequenti in angoli cittadini, nelle stazioni, sotto i ponti, c'è tanta solitudine e tanto bisogno di aiuto. Spesso sono persone che hanno anche tanta dignità e non chiedono e restano accucciati nel loro angolo come a non voler dare fastidio e voler scomparire. Questi tuoi versi sono assolutamente toccanti e, purtroppo, questi emarginati restano dimenticati dai più...
Grazie per aver evidenziato una delle tante situazioni disagiate che vi sono in giro.
Ti abbraccio,
helan

il 26/10/2010 alle 21:53

grazie cara helan per la tua sensibilità...è che c'è anche il problema di come agire di fronte a tanto dolore...un forte abbraccio

il 26/10/2010 alle 23:21

Vedi caro Arturo che qualcuno di queste persone
hanno dignità da vendere, un giorno sono tornata indietro con l'auto portando ad un poverello scarpe nuove poichè andava a piedi nudi e facevo freddo,
lui mi ha guardata con rispetto ringraziandomi.
certo è una goccia nel mare purtroppo,
bravo per aver scritto questo rivolto a loro.
buona giornata.
Marygiò

il 27/10/2010 alle 15:51

è una goccia nel mare anche questo mio scritto Mary....sei tanto gentile, ti abbraccio

il 27/10/2010 alle 16:24