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Pubblicata il 13/10/2010
Recandomi a lavoro tutti i giorni alla stessa ora e servendomi dei mezzi pubblici, spesso mi capita di trovarmi di fronte o accanto , comunque vicino alle stesse persone a parte i miei amici di quartiere.

Spesso la mattina salendo sulla metropolitana, andando a lavoro , o la sera tornando a casa avendo l'abitudine di salire quasi sempre sulla stessa carrozza mi imbatto nei miei compagni di

viaggio, alcuni volti noti, non perche' li conosca ma perche' negli anni a intervalli irregolari hanno condiviso con me quei 20 minuti di metro , la mattina dalla fermata di rebibbia alla stazione

termini . Cosa sono sonoventi minuti direte voi? Moltiplicateli per cinque dal lunedi' al venerdi' e per quattro,per le quattro settimane e otterrete 320 minuti , divisi 60 otterremo ben5 ore e 20

minuti! Vi sembrano ancora pochi ? Bene proseguiamo tra i vari personaggi che popolano questo piccolo universo, mamme con bambino, distinti signori in abito scuro o gesato e ventiquattro

ore, belle e meno belle ragazze , impiegati, anziani e una signora dagli occhi sempre lucidi. Soffermiamoci ora per un istante su questa donna; eta' tra i cinquantacinque e i sessanta ,

abbigliamento direi da segretaria ,analizziamolo: camicetta di seta chiusa fino al collo , maglioncino intonato e impermeabile e quando fa meno freddo , un tailleur ma con i pantaloni, sempre

di un colore un po' serio, grigio , blu,nero , mai che ne so un bel rosso o qualche bel colore pastello, insomma un colore che potesse esprimere gioia .Quando con il cambio di stagione

stiamo passando dall'inverno alla primavera tanti di noi cominciano a soffrire delle piu' disparate allergie: alle graminacee, alle parietarie e piu' chi ne ha piu' ne metta, con il risultato che nei

mezzi pubblici anche per semplici raffreddori e' tutto un soffiarsi il naso , tossicchiare , occhi arrossati. Proprio durante un passaggio dall'inverno alla primavera, incontrai spesso questa

elegante e misteriosa signora. Saliva a ponte mammolo e scendeva dopo termini ma non sapevo con precisione dove. una mattina nella quale la metropolitana era sensibilmente affollata

ebbi modo di scrutarne il viso : austero , come se stesse recitando una parte , per mascherare quello che si agitava dentro di lei . Fissai i suoi occhi verdi ma lucidi, come di chi sta per

piangere , ma non emisero neanche una lacrima, umidi quasi liquidi , come l'acqua del mare! - E' allergia ! -Esclamai dentro di me , -chissa ' a quali piante? O forse al polline? La quantita' di

polline che infestava l'aria era veramente notevole . Io in realta' soffro di una grave allergia , inguaribile :l'allergia al lavoro ! Ma questa e' un'altra storia , proseguiamo quindi con la nostra

amica. In una fresca mattina di fine marzo la donna misteriosa prese posto nel vagone proprio accanto a me . Subito un irresistibile desiderio di venire a conoscenza del tipo di allergia da cui

era affetta si impossesso' di me . Mi girai la fissai negli occhi e le chiesi -Mi scusi signora, vorrei compensare una mia piccola curiosita- - Certo chieda pure . - - Sa sono diversi anni che la

conosco di vista , la mattina la incrocio sulla metro e ho notato che i suoi occhi sono sempre umidi , a quali piante e' allergica?- Lei con calma distese i suoi lineamenti e una tristezza

profonda ,antica , forse frutto di anni e anni di sofferenze si fermo ' sul viso e mi disse -Vede signore . sono semplicemente allergica alla mia vita !- Una piccola lacrima liberatoria le inumidi'

la gota sinistra.
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avevo immaginato che gli occhi erano umidi di pianto, dalla descrizione dei colori del suo vestiario ma non avrei mai immaginato il finale: alllergica alla propria vita. Terribile.
bravo: è proprio ben scritta, con lampi ironici gradevoli , dolce-amara al punto giusto, la suspence che cresca e prepara quel triste e amaro finale a sorpresa.
ciao
eos

il 13/10/2010 alle 11:59