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Pubblicata il 20/09/2002
Poggiata
su fredde piastrelle
il corpo a conchiglia
ti difendi
dal vomito della sua ira
controllando
contrazione di irrefrenabile
nausea
mentre
con braccia forti
cingi i tuoi fianchi.

(Sì
rimarrò così/
il collo di cigno piegato
in segno di debolezza
so che a lui piace/
No
non sfiderò
le fessure dei suoi occhi
so che non devo/

è lui il più forte
anche questo io so)

Una spirale di ombre
ti risucchia
oscurando la stanza
e tu
Donna
con stille salate
alimenti
l'odio tuo
per poter
un giorno
farne forte alleato
e cresce
cresce
cresce.

Sei pronta adesso.
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Tremendo queto inno all'odio, pur se comprensibile nell'esperienza della vita, ma comunque ben reso dai tuoi versi, incisivi ed essenziali, in un dinamismo ove si sente come, in suspense, l'odio si alimenti e cresca...
Ciao
Axel

il 21/09/2002 alle 11:11

molto bello questo tuo inno all'odio si vede che aprli di esperienze vissute

il 21/09/2002 alle 20:31