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dck
Pubblicata il 28/08/2010
Ero in un bar quel giorno
e mi guardavo intorno sospettoso

Le indicazioni che mi avevi dato
erano tutte precise nel dettaglio
eppure sentivo addosso le incertezze
di chi sa già che il rosso sta piombando

la gente intorno a me fumava
e poi beveva muovendosi di scatto
io li osservavo come un gatto nero
e stanco, e sporco e perfino storto

Poi a un certo punto ho davvero osato
uscendo solo, di spalle vulnerabili
cercando l'ultimo tuo indizio
che avevi nascosto dannatamente bene

ed è a quel punto che ho avuto la certezza

che i lampioni sono creature riverenti.
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Ironia, autoironia, virile tristezza, leggera e profonda allo stesso tempo, diverte e fa pensare, e lascia il sapore amaro..mi è piaciuta molto

il 28/08/2010 alle 08:31
dck

caro arturo
ti ringrazio per il commento (la visione di virile tristezza è davvero una chicca)
e per il voto che io dimentico sempre su PH!!!

il 01/09/2010 alle 22:32

E' la terza volta che leggo questa tua poesia.
Il finale poi è bellissimo, solo un pazzo come te avrebbe potuto pensarlo! :-)
Bellissimo "di spalle vulnerabili".
E l'idea dell'indizio: hai avuto a che fare con una donna astuta e affascinante?
E' valsa la pena sbattersi per cercare l'indizio?
Non credo che dirai: "chissà"...
La leggerò ancora, è stupenda.
Alessia

il 28/09/2010 alle 13:39
dck

leggila leggila leggila e ancora leggila
E quando l'attributo preponderante di una persona, sta tra, misteriosa, elegante o affascinante

ne vale sempre la pena

grazie grazie e ancora grazie

il 28/09/2010 alle 14:52