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Pubblicata il 28/08/2010
Per elevare San Benedetto a compatrono d'Europa, la Chiesa deve averne avuto di buone ragioni, non solo perché il monaco per primo concepì il progetto del monastero per come oggi è organizzato, ma perché la vita e le opere di Benedetto furono straordinarie.
Gregorio Magno (540-604) monaco e successivamente Papa, racconta nei "Dialoghi" i prodigi che operò in vita Benedetto. Dal carisma della conoscenza (simile alla chiaroveggenza, solo che questa non viene utilizzata per il bene comune, ma viene spesso ostentata come potere personale) alle visioni soprannaturali celesti, passando per le guarigioni fisiche e alla liberazione degli spiriti diabolici, fino alla resurrezione di un bambino.
Ma il buon taumaturgo, da dove attingeva tale forza? Gregorio Magno spiega che quando il rapporto con il Signore è intimo e sincero attraverso la preghiera si riescono a compiere dei prodigi, ma anche nel caso in cui la volontà umana è conforme a quella divina si ottengono i medesimi risultati. E in Benedetto sinergicamente operavano entrambe le dinamiche.
È facile immaginare l'affetto che avesse attorno a sé Benedetto, ma anche l'invidia che suscitava nei religiosi non altrettanto virtuosi, al punto tale che per due volte tentarono di assassinarlo. Benedetto era ancora giovane, quando una piccola comunità di monaci chiese al Consacrato che fosse il loro abate. Solo dopo tante richieste, Benedetto accettò, ma l'osservanza monastica imposta ai monaci corrotti non piacque, così progettarono di avvelenarlo, mescolando nel vino una sostanza mortale.
Durante il pasto comunitario, al momento della benedizione del vino, la brocca che lo conteneva si frantumò in mille pezzi e Benedetto ebbe salva la vita. Anche un sacerdote di nome Fiorenzo tentò di eliminare il Monaco, inviando un pane avvelenato che venne nella circostanza presentato come un pane benedetto, segno di amicizia. Ma anche il secondo tentativo venne smascherato ed il pane gettato in un luogo lontano e sicuro.
Forse l'episodio che testimonia maggiormente il carisma della conoscenza di Benedetto è la simulazione che fece il Re dei Goti, Totila. Giunto a poca distanza dal monastero di Montecassino, Totila incaricò il suo scudiero Riggo di vestire e calzare gli ornamenti regali e, al seguito mandò tre conti tra i più fedeli e devoti: Vul, Ruderico e Blidino. Poi, con un messaggero fece avvisare i monaci del suo arrivo. Appena Riggo entrò nel monastero, Benedetto intimò al falso Re di deporre le vesti.
Scoperto l'inganno, gli impostori caddero a faccia a terra, si rialzarono, tornando indietro e comunicarono al Re l'accaduto. Totila entrò nel monastero, si prostrò a terra, ma amorevolmente Benedetto lo sollevò, pur non risparmiandogli i suoi rimproveri. Al conquistatore Goto profetizzò che avrebbe conquistato Roma, poi la Sicilia, e che avrebbe regnato per nove anni, ma al decimo avrebbe perso la vita ed il Regno.
Forse risulta incomprensibile perché Benedetto avesse abbandonato le comodità della vita ad Enfide (Affile) per ritirarsi in una grotta tra i boschi di Subiaco, oggi Sacro Speco, e vivere per tre anni della carità del monaco Romano, il quale rinunciava ad una parte dei suoi pasti che consegnava a Benedetto in giorni stabiliti, legandoli ad una fune e facendoli calare da una rupe che sovrastava la spelonca. Eppure Benedetto obbedendo a quella che ad un prima osservazione può sembrare una scelta di vita, rinunciò ai beni paterni, agli affetti ed agli studi letterari appena intrapresi a Roma.
Nonostante Benedetto scegliesse i disagi e le fatiche e i luoghi solitari e silenziosi, tanti giovani volevano seguire il suo esempio, preferendo la preghiera alla vanità e alla corruzione del mondo. Ben presto dovette preparare per loro dodici piccoli monasteri, sui quali egli aveva la sorveglianza, ma sopra ogni cosa, il Religioso curava la preparazione dei novizi.
Egli istituì la regola benedettina: "ora et labora" prega e lavora e nei suoi monasteri abolì le Laure che erano le tipiche organizzazioni monastiche bizantine, nelle quali ogni monaco viveva solo in una casupola con annesso un appezzamento terriero che il monaco coltivava per il proprio sostentamento, mentre il sabato e la domenica la confraternita si riuniva per le funzioni liturgiche.
Nei monasteri benedettini il tempo era sapientemente suddiviso tra lavori intellettivi e quelli manuali, tra la preghiera e lo studio delle scritture ed in seguito i monaci benedettini diverranno i maestri di tutte le arti e i mestieri per sé e per i popoli. In una data tra il 525 e il 529 Benedetto prese possesso del Monte di Cassino, affinché fosse costruita la città sul monte di cui parla il Vangelo.
Altri eventi prodigiosi costellarono la vita di Benedetto. Ad esempio, apprese l'avvenuta morte della sorella, Santa Scolastica, perché vide la sua anima salire in cielo, assumendo la forma di una colomba. Altrettanto accadde per la sopraggiunta dipartita di Germano, Vescovo di Capua. Una notte mentre pregava davanti alla finestra come piaceva fare a lui, il patriarca cassinese vide l'anima del Vescovo trasportata dagli angeli, raccolta in un globo di fuoco.
Nella stessa visione l'anima di Benedetto fu dilatata al punto tale che con uno sguardo poté contemplare l'intero mondo raccolto sotto un unico raggio di sole. Alla visione il santo patriarca non soggiacque in estasi, né in delirio, ma rimase presente a se stesso, poi, a gran voce, e ripetutamente chiamò l'abate Servando, suo ospite che dormiva nella camera inferiore, perché osservasse la luce che ancora rischiarava il cielo.
Dopo la sublime estasi, il patriarca redisse la Regola monasteriorum. La visione celeste avvenne non per premiare la sua virtù eroica o per soddisfare la sua curiosità, ma perché il suo carisma ne uscisse rafforzato. Infatti l'esperienza vissuta da Benedetto ne modificò i tratti che ora sembravano maggiormente addolciti, mentre il portamento s'era reso ancor più angelico. Benedetto morì l'undici luglio del 547 all'età di settantasette anni e sei giorni prima della sua morte, fece aprire la tomba che aveva preparato per sé e dove già giaceva Santa Scolastica.
Una miracolosa guarigione avvenne post mortem. Una donna afflitta da disturbi mentali che vagando tra boschi e campi entrò e soggiornò una notte nel Sacro Speco. Quando uscì al mattino, la donna era completamente sanata.
San Benedetto: il Santo che molti vorremmo essere.
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io no!

il 28/08/2010 alle 10:15

molte cose ignoravo della vita di San Benedetto, conoscevo le solite cose che si studiano a scuola come la regola dell'"ora et labora". Ho trovato davvero interessante la lettura che mi ha rivelato tante cose che ignoravo, per esempio il carisma della conoscenza, i tentativi di ucciderlo, insomma non sapevo quasi nulla.
Riguardo l'ultima frase...io non vorrei essere San Benedetto, nè nessun altro Santo, perchè la loro vita ha sempre come contraltare una grande sofferenza.Io vorrei essere solo una persona buona.
un abbraccio
eos

il 28/08/2010 alle 11:24

Certo, Nino. Ciascuno da la risposta che meglio rispecchia il proprio punto di vista. La Santità è innanzitutto un'inizitiva di Dio, non è un'iniziativa dell'uomo. Infatti, se Benedetto non avesse liberamente risposto alla volontà di Dio che lo voveva Santo, Benedetto sarebbe stato un comune uomo del suo tempo. La "cultura" del nostro tempo, invece, tende a giustificare troppo talune situazioni, che senza dubbio meriterebbero maggiore attenzione e un'analisi ben diversa, ma la superficialità è l'emblema dell'uomo contemporaneo. La chiesa viene giudicato un posto per bigotti e i cristiani vengono considerati uomini e donne che vivono fuori dal tempo, incapaci di dare risposte valide ai problemi della società. Il cristiano non è uno suggestionato dalle parole del prete, né è un visionario che vede miracoli dovunque. Il cristiano è colui che si fa plasmare da Dio e conforma la sua vita agli insegnamenti evangelici. Un saluto, Fabio.

il 28/08/2010 alle 12:08

Tra i Santi, San Benedetto è colui che ha sofferto meno, pur avendo tanti carismi e godendo di una grande popolarità, mentre era in vita. Quei tre anni vissuti in una grotta, nutrendosi esclusivamente della carità di un altro consacrato, fanno intuire come San Benedetto sia stato un uomo fuori dal comune, capace di dominare i bisogni più indispensabili dell'uomo. Ad esempio, quando il sottoscritto desidera portare a termine un digiuno spirituale, verso l'ora di pranzo, comincia ad essere un poco ansioso. Sicuramente non ho la tempra del Santo, forse più quella dello studioso. Comunque, in linea di massima hai ragione. Ai Santi, Dio non gli ha risparmiato nulla: le umiliazioni, le incomprensioni, i conflitti, le torture e qualche volta anche il martirio. Sull'intenzione che vorresti essere una persona buona, ti dico che secondo me già lo sei. Il prossimo Santo di cui scriverò la biografia, sicuramente ti affascinerà, come ha affascinato me. E poi è stata una donna del nostro tempo! Un bacio fraterno. Fabio.

il 28/08/2010 alle 12:26

non vedo l'ora tu lo faccia! trovo veramente interessanti le biografie in generale e queste tue dei Santi in particolare.
a presto
eos

il 28/08/2010 alle 12:37

è stato affascinante questa lettura su San benedetto,
letta tutta d'un fiato e piaciuta molto,
come leggere una pagina di Bibbia.
forse la prossima che ci racconterai
si riferisce alla Santa Maria di Calcutta vero? non vedo l'ora di leggerla, grazie Fabio.
bacione.
Marygiò

il 28/08/2010 alle 13:25

Grazie, Mary, per aver gradito il mio scritto. No, il prossimo articolo non sarà su Madre Teresa, ma su una donna dalle tantissime qualità umane che ha compiuto un percorso spirituale sconvolgente. Avrò bisogno di diversi giorni ... però. Un bacio, Fabio.

il 28/08/2010 alle 14:54

Grazie per il tuo interesse, Eos. Considera che il prossimo articolo dovrà essere pronto entro ottobre, ma penso di portarlo a termine entro due settimane. Un bacio, Fabio.

il 28/08/2010 alle 14:56

molto, ma molto interessante...mi ha colpito l'episodio della "laura", non sapevo che Benedetto riformò l'ordine monastico anche nel senso della vita comunitaria, l'episodio della spelonca e del cibo che gli veniva calato dall'alto, e moltissimo gli episodi che riguardano il suo assassinio, segno che la chiesa, anche nei suoi albori in un certo senso essendosi già organizzata come potere politico mal sopportava personalità realmente libere, come avvenne anche di lì a poco con S.Francesco..in ogni caso interessantissimo. ciao Fabio

il 28/08/2010 alle 22:26

Grazie per la tua attenzione, Arturo. La sete di potere è connaturata nell'uomo e ai tempi di Benedetto la lotta per il potere era tra la nobiltà e la Chiesa di Roma, facente capo al Papa. I due tentativi di eliminare Benedetto, ci fanno comprendere quanto a quei tempi, la chiesa fosse corrrotta, ma anche l'azione di Dio che attraverso gli ordini monastici ha rinnovato la chiesa. Non c'è dubbio che San Benedetto sia stato un prescelto da Dio e che con la sua vita ha portato a compimento la missione affidatagli. Ciao e buona domenica. Fabio.

il 29/08/2010 alle 10:44

Che bella biografia hai redatto per San
Benedetto, conoscevo poche cose, ora invece, ho appreso nuove notizie riguardanti le sue visioni e profezie.
Grazie Fabio, fai bene a divulgare queste testimonianze dei Santi...
Buona settimana!
Dora

il 30/08/2010 alle 08:27

Grazie, Dora per la stima e l'incoraggiamento. Un abbraccio, Fabio.

il 30/08/2010 alle 09:21

mi sono sposata in una chiesa benedettina e mi piace molto il motto: "Ora et labora", grazie per la testimonianza resa con efficacia e padronanza, rich

il 30/08/2010 alle 10:56

Anche a me piace il motto benedettino. Riguardo alla presunta padronanza, ha ancora molte cose da imparare ... Un bacio, Fabio.

il 30/08/2010 alle 12:14

Le storie dei Santi mi affascinano in modo particolare chissà perchè. ciao Fabio alla prossima. Marygiò

il 31/08/2010 alle 19:34