splendida ironia, o autoironia non so..in particolare la chiusa, amarissima.....
martirio cercato e voluto, poi trasformato in una
sentenza cieca e assurda che rasenta l'autoironia!
questo tuo modo di pensare e fare si è trasformato
e ha fatto nascere in te una musa ineguagliabile
della poesia...
un affettuoso abbraccio
dura(ceppo, marmo, soglia, laccatura unghie) e addolcente(voli, diafano sogno, nuvole) atmosfera
per titoli di coda di una vita ancora al condizionale ("vorrei") e perciò tutta da smentire, bye rich
Le tue parole ricamano poesia su qualunque tessuto cada fra le tue mani. Con grande affetto!
Giorgio
credo che non si tratti di autoironina caro Arturo ma di una profonda introspezione. un saluto. anna
caro Giorgio ti ringrazio di cuore...bello quel tessuto tra le mani...
ti dico l'mmagine che mi evoca: ti vedo sdoppiata, una te paziente(nel senso di ammalata) affranta, immobile, con gli occhi fissi nel vuoto e una te medico che fa la diagnosi e conosce la "medicina giusta"...ma non c'è! Però se ci fosse!...Ma non è detto che non si trovi!...E mentre "il medico" vede catene spezzate e sente il verso dei gabbiani in volo sempre più vicini e sorride, la paziente resta sorda e inespressiva alle sue parole .Insomma non so spiegarmi meglio ma la sensazione è di due te che non si incontrano , sensazione rafforzata anche dalla frammentarietà dei versi : guizzi improvvisi a seguire le congetture del "medico".
Comunque bella anche se "strozzata" o forse proprio per questo.
baci
eos