quando il dolore arriva il tempo smette di scorrere, tutto, persone e cose sembrano cristallizzarsi in quel momento fatale: non c'è più prima non ci sarà più dopo.La "gemma in boccio" non fiorirà mai più e "sulla favola bella" che è la vita cala per sempre il sipario.
bella , molto bella.
baci eos
chissà perchè ho paragonato sempre il dolore al lato obbliquo di un triangolo rettangolo. Pronunciavo con facilità e quasi piacere i lati perpendicolari: i cateti mi entusiasmavano ma faticavo a pronunciare correttamente l' IPOTENUSA che mi appariva una sorta di arpia pronta a graffiarmi.
Forse il mio dolore è partito da lì.
Vorrei averla scritta io questa splendida tua poesia
affetto
ninomario
gran bel tema, mi piace quel flettersi delle ginocchia come perdenti che depongono le armi,
ed è verissimo che i gesti e le parole subiscono castrazioni fino al momorio, rich
Per Eos, grazie per l'attenzione che dedichi ai miei versi, mi analizzi come una sonda leggera che non strappa lembi di carne da dove passa....(ti dirò in privato donde mi viene questo paragone...per te Nino, nel ringraziarti per il tuo considerevole commento vorrei dire che pubblicherò ancora qualche "stanza" di questo poemetto...ma sappi che la casa, intorno alla quale si snoda il mio percorso, è anche fucina di affetti e di gioie....
a presto.
grazie. anna
anna
Quando spunta il dolore ogni verme si sente serpente...
Se c'è la forza, ogni serpente viene schiacciato...
Discri qui si parla di quando il dolore, la SOFFERENZA colpisce un membro della famiglia e specialmente la Mamma...tutto il resto si piega in due...si parla sottovoce si accetta la malattia come la presenza di un dittatore...
Hai ben descritto molti particolari della sofferenza, come se avessi una grande esperienza. Penso che la sofferenza possiede un significato intrinseco che può essere svelato, o meglio (la sofferenza) può essere accettata, attraverso la meditazione della passione di Cristo. Nelle sue piaghe dobbiamo nasconderci ... Un abbraccio, Fabio.
era chiaro!
sarà che alla morte dei miei genitori, avvenuta tanti
anni fa, ho reagito diversamente da come si
paventa nella tua poesia...
non pavento, descrivo come automa ciò che mi accadeva....ero scriba degli eventi che mi vedevano coinvolta...ma non lo feci subito Discri..lo feci dopo che tutto era finito...raccogliendo in me il ricordo di gesti e parole
non dimenticherò mai più
quel battito di ciglia
della mia mamma
come ultimo saluto per me
e la mancanza perenne
della sua tenera carezza
sul mio viso.
complimenti per la poesia
dolcissima Anna.
Marygiò
ineccepibile e verissimo quello che dici, come trovarsi di fronte ad una forza troppo forte, non resta che piegarsi...
Quando bussa alla prta il dolore, rimani paralizzata,
senza forze..Si subisce impotenti, la sua presenza,
e si rimane chiusi in un silenzio muto..
E prima di elaborare il lutto ci vorrà molto tempo..per riaverti...
Cara Anny, purtroppo anch'io ho vissuo questi momenti difficili con i miei cari.
Un abbraccio.
Dora
Ho letto la tua poesia con brama e partecipazione. Trovo molte belle immagini, talune anche di indubbia bravura. Il cuore della poesia è però una sola frase: «Si ferma il carillon...». Mi piace la conserverò, anche se un po lontana dalla mia sfrenata voglia di minimalismo, tra le più belle lette in questo sito. Brava.
Scusa se commento a ritroso... le avevo lette ma non avevo il tempo di commentarle
Me le son copiate ovviamente per rileggerle nel tempo, son davvero eccezionalmente belle
Fabio