bella, anche nella contrapposizione molto umana delle mani incallite, il frullio delle ali del passero tra le mani è poeticissimo e grande
La spiritualità è la naturale predisposizione dell'uomo verso la preghiera ed il suo interesse verso l'immaterialità. Persino coloro che si dichiarano atei, possiedono una piccola fiammella di spiritualità. L'argomento è di competenza della filosofia, quando si rimane al di fuori dell'ambito religioso e riguarda l'atteggiamento mentale, la ricerca e l'approccio più immediato dell'uomo verso le cose che appartengono allo Spirito. Nel senso religioso del termine, la spiritualità è l'adesione intimistica alla dottrina di una religione, ma qualifica anche la compartecipazione emotiva verso la pratica ed i riti religiosi. La spiritualità non si nasconde da sé, perché non ha motivo di nascondersi. Semmai possiamo dire che risiede nell'animo umano ed è opera di Dio. Secondo me, non a caso contrapponi la spiritualità (fai la similitudine con il frullo delle ali di un passero) con le mani rugose, scavate dal duro lavoro. Quale migliore metafora tra lo spirito e la materia? Nello specifico della tua opera, mi sembra stupenda la seconda parte, dove emerge la parte meno razionale di te. Per quel che concerne il vino, possiamo fare uno scambio di opinioni in merito. So di far bene la mia parte. Un saluto, Fabio.
Fabio, è un piacere leggerti ma più è risponderti!
Intanto grazie.
Secondo me la spiritualità è il naturale approdo di
ogni essere umano dopo un lungo cammino che
attraversa vari stadi maturandi vari stati di
coscienza.
La vita è una e pochi anni di questa che viviamo
attualmente ne è solo una piccolissima parte non
sufficiente a sperimentare appieno la nostra intima
spiritualità.
Siccome la spiritualità è uno stato intimo universale
sicuramente non può essere rinchiusa in una
qualsiasi dottrina, bensì ogni dottrina ne può solo
esprimere una particolare visione.
Lo Spirito è spiritualità in sé che può solo essere
ESPERITA e non può essere INSEGNATA.
L'esperienza del lavoro di quest'uomo con le mani
callose, esperienza dell'amore con cui svolge il suo
lavoro, lo porta ad amare e a guardare con occhio
NON ipocrita il suo ambiente e quindi ad esprimere
il suo genuino amore per la natura, quindi per Dio.
In fondo egli lavora con gioia, quindi il suo lavoro
è una preghiera quotidiana che, proprio perché
pratico, lo porta ad esperire nel cuore l'amore, pur
non sapendo che l'amore è Dio stesso, e anche se
dice di non credere in Dio, Dio crede in lui, crede
nell'uomo, e un cuore semplice è quanto basta a
camminare verso la Meta.
Un salutone
Vincenzo
Anche per me è un piacere leggerti. Il tuo discorso presenta diversi e vari spunti interessanti. Ciao, Fabio.