PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 02/07/2010
Quando morirò,
non serrate le persiane
della mia stanza; la luna vi passerà ogni notte
a lanciarmi coriandoli di musica
per farmene bracciali per i polsi
che tintinnino nel luogo del Silenzio.

Quando morirò, non estirpate i miei roseti,
nasceranno ancora boccioli di rose
come bocche d’infantile stupore,
come il profumo del corsetto di mia madre.

Quando morirò, serratemi bene le palpebre
ebbre di luce;
premete forte i vostri polpastrelli,
sulle cupole invidiate dalle Pleiadi,
sugli sguardi rapiti dall'aurora
sui catini colmi d’acqua lustrale.

Non vorrei riaprirli su di voi
che siete morti, ormai da troppo tempo.

Quando morirò, custodite le mie carte;
sono larve di creature iridescenti
che a suo tempo si leveranno in volo:
sono rivoli sospesi sui deserti che abitate.

Quando morirò,
sarà forse in un giorno d’agosto, come questo,
non toccate il mio corpo inamidato,
saranno rigide le braccia
che molte volte vi tesi
quando eravamo insieme tra i viventi.

Affondate le vostre vanghe
nel mio cuore;
vi troverete l’agata e il rubino,
lo smeraldo della speranza e l’ametista,
favi di miele e sangue di gabbiano.
sorrisi accesi e fervori d’artista.

Quando morirò, non vestitevi di nero,
non importa,
sono partita per un paese felice
dove il sole s’è impigliato tra le nasse
dove la luna allatta stelle bambine,
dove il maestrale arpeggia endecasillabi,
in una valle dove scorre latte e miele
in una terra d’eterna primavera.

Quando morirò,
sarà forse una notte d’agosto come questa,
quando le comete brillano di nuova iridescenza:
quando gli sguardi dei poeti dipanano la luna
fino a farne sudari per i sogni.

Non ti affrettare, amico, alla mia casa:
un altro volto, non il mio, dischiuderà la porta:
io sono via, già alta sulle nubi,
io sono via, perciò non mi cercare,
io sono via, ho spento il cellulare.
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che dirti se non che la stampo? E' bella, è commovente, un manifesto per poeti, un inno alla vita, un inno a Dio e all' universo...

il 02/07/2010 alle 09:15

è in assoluto il più bel testamento spirituale che io abbia mai letto: quello di chi è vissuto nella Luce, ritorna alla Luce e lascia in eredità un tesoro di Luce!
mi è piaciuta anche la sottile ironia dell'ultima strofa, soprattutto dell'ultimo verso.
un abbraccio
eos

il 02/07/2010 alle 09:43

La morte è l'ultima sofferenza
che da finalmente pace
ineluttabile evento
che mette un pò paura
e la si nomina spesso
ma solo per iattura.
tanta salute
ninomario

il 02/07/2010 alle 11:51

io l'ho consegnata ad una amica fidata perchè venga letta il giorno della mia morte: è un vero testamento, infatti...
Grazie per avermi letta con tanta partecipazione.
anna

il 02/07/2010 alle 15:54

hai una grande capacità di "entrare" nel testo. Brava eos, Grazie per avermi letta.

il 02/07/2010 alle 22:32

e bravo Nino Mario!!!

il 02/07/2010 alle 22:33

Anche un argomento triste come la morte se raccontato con le tue parole, sentito coi tuoi sentimenti, guardato con i tuoi occhi, diventa uno scenario di bellezza infinita dove l'ironia, la speranza ma anche le certezze rendono questa poesia un capolavoro assoluto. Sono guarito appena in tempo per riuscire a leggere questa toccante meraviglia. Cara Anna ti penso sempre con grande affetto. Giorgio

il 04/07/2010 alle 07:21

mi dispiace che tu non sia stato bene, caro Giorgio, e mi rallegro in cuor mio di un simile commento ad una poesia che se ne stava lì, triste da giorni...grazie Giorgio, sei uno degli amici di Ph che mi sono più cari..amici della prima ora...consolidati e sempre presenti.
stammi bene, mi raccomando.
anna

il 04/07/2010 alle 10:35

Quando un epitaffio
diventa poesia..
Apprezzata.

il 05/07/2010 alle 12:19

troppo lungo per essere epitaffio..ma corto per essere testamento..grazie Lina

il 05/07/2010 alle 15:43