Il sacco con la mia roba per il calcetto è sempre al suo posto,
stravaccato in un angolo, sembra una pancia vecchia e floscia,
tutto coperto di polvere e di ombre,
se ne sta tranquillo e beato nella pace della stanza,
all'interno maglietta e calzoncini spaiati ancora sporchi e sdruciti,
lo disfo con ritualità, cosi lentamente per prolungare
quella piacevolissima sensazione, un odore di familiare
di prati calpestati, vengono fuori ancora le grida, le nostre voci,
anni scivolati velocissimi sul ghiaccio del tempo.