PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 29/06/2010
Sapevamo che il viaggio all’interno dell’Africa
ci avrebbe guidato a una vecchia dimora e strana,
che con Lucy saremmo tornati a cercare tartufi
e dalle nostre ossa, in mondovisione, un inno sacro
l’avrebbero udito fino allo spazio di Hubble
dove prevedono il titolo di ogni romanzo.
Giocoforza dovevamo scampare all’edera della piroga
a Dioniso che voleva giocare a fare il pirata dalmata
o il viado, secondo i corretti dettami del DSM-IV
e a Leni Riefenstahl che ci accordava una danza subacqua
e, benedetto dallo sciamano, un rapporto non protetto con il cappello del mago
e la tavola ideomotoria, se non eravamo in colpa.
Non eravamo in colpa. E rema e voga la freccia volava e la volontà trionfava
fino al deserto, o meglio, a un’interruzione della metopa nel pieno
svolgimento della battaglia tra un oscuro Lapita
e un Amorino che ancora zampilla, clof, clop, cloch, cloffete, cloppete, clocchette……
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per niente lascivo....invece....guarda come tutto finisce...in mera idraulica....e c'è pure un refuso proprio sul tropico.....(subacqueo, era la scrittura non scorretta....ma...ero troppo preso dal rapporto non protetto - almeno, questa era l'immagine immaginata nella tavola Rorschach o nell'ouija board -.....per avvedermene....)
p.s.: a) grazie per il commento b) tabarly mi piace più che tabata, che emana uno speziato odore di bruciato(rogo)....
ciao
Nicky

il 30/06/2010 alle 00:26