Vidi un piccolo passerotto
cercava goffamente di librarsi in volo
sbatteva le ali e saltellando
faceva pochi passi.
Stetti ad ammirarlo per qualche minuto
e
dapprima pensai di lasciarlo andare
probabilmente se la sarebbe cavata
ma
poi vedendo un gatto nelle vicinanze
ci ripensai e lo raccolsi
sembrava volesse sfuggirmi
era spaventato
delicatamente lo presi
tra le mani e trovato
uno scatolotto l’adagiai.
Corsi a casa ,chiamai mia figlia
e glielo consegnai.
Avremmo provato a salvarlo.
Teresa lo carezzò ,riuscì ,facendosi
sgocciolare l’acqua su un dito,
a farlo bere e poi a fargli becchettare
qualche minuscola mollichina bagnata.
Cinguettava ed apriva e chiudeva gli occhi.
L’avremmo salvato pensai !
Mentre mia figlia s’era calata nel ruolo
di istruttrice di volo.
Era arrivata l’ora di pranzo
Andammo in cucina e lo poggiammo
nel cartone avendo cura
di lasciare aperto il coperchio.
Tornammo dopo poco più di mezz’ora
e la scatola era vuota
forse,
forse era riuscito a volare.
Ci guardammo intorno e ad un tratto vidi mia figlia
chinarsi per poi rialzarsi subito.
La guardai ,guardai le sue mani ,guardai
i suoi occhi
e…
quanto male possono fare ad un cuore
pochi grammi di vita