Agli amici fidati di Dracoro
non è dato conoscere il mare,
sanno solo che c’è tant’acqua amara
e non possono bere.
Han vissuto sui monti, nei boschi,
sonnecchiato in tiepidi tane,
lì ti senti felice se in tasca
porti un tozzo raffermo di pane;
nel ruscello, fra pietre e viole,
correrai ad immergerlo appena,
sentirai solo dopo un istante,
qualche cosa che ti esplode dentro.
E mangiando proverai un sapore
che da sempre volevi cercare,
che sapevi esser unico e raro,
per poterlo godere.

Un sapore di speranze irrealizzate,
lampi e tuoni catturati con le mani flagellate.

Valli a capire quelli che non s’accontentano mai,
che obbediscono al re
per rubargli quell’erba che nel giardino non c’è
perché il grande Dracoro
l’ha raccolta per se.

Un giorno come un altro, col suo cavallo azzurro
partito, come sempre, all’improvviso;
un giorno più tranquillo, la scorta disarmata,
rinvenne quell’idea lungo la strada:
fare prima degli altri, non dar retta a nessuno,
arrivare da solo e in silenzio
e strappare deciso quell’erba,
nonostante non fosse matura,
ma con mano sicura e col viso
che abbozzava un sorriso.

undiagrammasvelatorenms18596