PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 18/05/2010
Come polli in una stia
in attesa di macellazione
acqua a volontà forzata
e l’attesa del proprio turno
del tuo nome pronunciato storpiato
che fuoriesce da un camice bianco
in bella mostra
ampia vetrata
e fiori di plastica
per consolarti nel sentire che il tuo caso non è l’unico
anzi
che le tue sofferenze sono limitate
ed al confronto
sei un fortunato

cinque ore di attesa
per una di contorcimenti
trasformati in svenimenti
al vederne poi la spesa

pescediaprilenms10
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Sei il mio biografo?

E' quello che mi è capitato sabato.

Al pronto soccorso di un ospadale parigino.

Anche le ore di attesa erano cinque con la rotula lussata!!!!

Piaciuta.

ICSF

il 18/05/2010 alle 16:53

E ti pareva che trovassi un amico migliore di me"?!?
Facciamoci gli auspici a vicenda sapendo che apparteniamo a quella minoranza cge dicendo la verità non s'accorge di farsi del male.
Una mia zia diceva in dialetto: chi face bene se merita r'esse accise.
Alla prossima per eventuali chiarificazioni.
au revoir mon compagnon
ninomario

il 18/05/2010 alle 18:15

Una storia di oggi raccontata nei tuoi versi. Una storia tua, mia di tutti. Attese nelle sale d’ospedale, verdetti, condanne o assoluzioni. L’ansia, il dolore, la speranza o la delusione, sono sempre uguali e tracimano ovunque, nella finta banalità che ti circonda, tra un nome storpiato e un alto ancora. Amo molto la poesia che parla, con sincerità, della vita che ci circonda e la tua ne è un esempio eccellente. Ciao e grazie!

il 18/05/2010 alle 19:30

Ogni medico giura, fra l'altro, di curare i pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi spirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica; è uno stralcio del "giuramento di Ippocrate" che poi non è altro che un codice di comportamento che se osservato scrupolosamente dovrebbe aiutare a far guarire. Spesso, però, non viene osservato creando disagio a chi, già disagiato, ne diventa vittima.
Auguri a te con affettuosi saluti
ninomario

il 18/05/2010 alle 19:56

Grazie? e di che? La tua esperienza e sofferenza è come la mia e come quella di tanti, di troppi, subita dai troppi in silenzioso ossequio, in deferente rassegnazione; "ognuno si piange il suo" si continua a dire, ma io dico che se tutti piangessero assieme e all'unisono qualcosa potrebbe cambiare e in meglio circa il rapporto uomo-sanità-salute
Eccellenti restano anche le tue pacate deduzioni.
Carissimi saluti/e
ninomario

il 18/05/2010 alle 20:09

accidenti,sei stato capace di farne una poesia,ma come fai?ciao Rosa

il 19/05/2010 alle 16:13

ciao Rosa
ninomario

il 21/05/2010 alle 16:22