PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 15/05/2010
La classe operaia
all’inferno?
No la classe operaia
in paradiso.
La classe operaia,
L’inferno lo conosce,
Oggi in terra.

La classe operaia
è fatta di Santi.
Lavora troppo
per gli altri
già ricchi.

Lavora troppo
poco per se.

Siamo operai,
siamo contadini,
siamo pescatori.
Tutti insieme,
facciamo nel mondo,
tutte le cose.

Gli altri sono parassiti,
troppo parassiti. guido
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Ricorda certe liriche di Rocco Scotellaro ma, anche quei canti popolari della Comune parigina. Bella. Attuale, anche se oggi il lavoro "onesto" non va di moda e le minoranze pagano per tutti.
Un saluto.

il 16/05/2010 alle 09:19

però è veramente tempo di smettere di cospargerci di cenere, è tempo di reagire, di non più accettare angherie e luoghi comuni di rassegnazione. Ugualità per tutti la si deve pretendere, è diritto assoluto, indiscutibile e non più eludibile.
Le risorse della terra, già inferiori ai fabbisogni, vanno ripartite fra tutti i suoi abitanti. Non c'è più posto per chi in nome del lavoro accumula montagne di ricchezze e diventa "parassita"e per chi in nome del lavoro al massimo campa, se non muore prima e sfruttato.
Vi saluta caldamente ninomario

il 16/05/2010 alle 11:57

Mi piace la forza della tua poesia, che mi ricorda quelle canzoni o testi degli anni '60 '70 quando, giovane studente, scoprivo l'esistenza di questo tipo di letteratura.

PH non è un luo go per fare politica.
Voglio dirti solo che, sul fondo non sono proprio, proprio d'accordo con te.
Pero' mi spiego (almeno provo, se non ci riesco tu mi perdonerai).

Io sono d'accordo sul fatto che le ricchezze devono essere distribuite in maniera più equa tra "tutti i lavoratori" (e non solo gli operai) facendo in modo che non ci siano troppe persone che vivono senza fare niente.

Ma queste sono parole...
Poi concretamente come si fa?
Un operaio italiano sarebbe pronto ad abbassare il suo salario per essere in sintonia con quello dei rumeni, cinesi, senegalesi?
E un manager francese o un commerciante tedesco o un bancario svizzero, , accetterebbe di guadagnare come un thailandese, argentino... lavorando molto molto di più e avendo un livello di vita molto più basso?

O anche... un manager italiano sarebbe disposto ad essere pagato come un operaio italiano il quale accetterebbe di essere pagato come un operaio ungherese nel nome della giustizia sociale?

Forse si', forse no.
Io non ho evidentemente la risposta ne' la ricetta.

E gli operai italiani o norvegesi sarebbero pronti a mangiare carne scadente prodotta e venduta da persone senza motivazione perchè pagati poco?
O viaggiare su treni di quinta classe chemettono due giorni per fare 100 km, perchè creati, prodotti, costruiti e guidati da gente che pagata poco non ha nessuna voglia di lavorare?

Si dovrebbe secondo te obbligare le persone a lavorare bene?

Per esempio obbligare le baby sitter ad occuparsi bene dei bambini?
O anche loro hanno il diritto di trattarli male perchè pagate poco?
E i dottori? I chirughi?
Dovrebbero o no disinfettare i bisturi?

Insomma è molto complicato.

Spero che un giorno si arriverà a vivere in un mondo migliore.

ICSF

il 16/05/2010 alle 17:29

forse qualcosa si potrebbe muovere per compredere l'inmportanza del vivere civile nella convivenza civile tra tutte, dico tutte, le diversità nel rispetto reciproco, senza la volontà di nessuno di imporre agli altri il proprio pensiero. Che non vuol dire il dialogo x condividere l'altro. Si potrebbe insegnare agli studenti l'importanza del proprio pensiero ragionando. Insegnava a pensare. Il vescovo Cirillo nel 400 d.c. non intendeva che si insegnasse a pensare con la RAGIONE.
per questa non ragione Ipazia venne distrutta-sventrata.

il 16/05/2010 alle 17:52

Fa piacere sapere che la poesia politica piace ancora a qualcuno, in particolare quella schietta e diretta come la tua. Del resto la verità è sempre schietta e diretta e non prende mai strade contorte. Hai ragione! Ma molti se lo sono dimenticato e tu allora continualo a cantare. Ciao!

il 16/05/2010 alle 18:43

Stai dicendo queste cose ad un anarchico.
Kropotkin ha scritto: A tutti per ciascuno dei bisogni necessari.
Un saluto.

il 17/05/2010 alle 15:04