PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 24/04/2010
Partoriscono, al chiaro di luna,
sopra letti di foglie raggranellate;
fra cespugli e rovi,
sotto alberi bruciati, le ritrovi;
Lo sguardo assente, le membra spossate.

Non sono certo animali allevati per ripopolamento,
nemmeno foche rimbecillite per l’altrui divertimento
non sono tigri, né zebre né gnu
solo ragazze di terre lontane
che per la fame so’ spinte quassù.
Solo ragazze atterrite e costrette,
grandi occhi neri, in schiavitù.

Queste ragazze, “ benedette figliole”, rovinano i viali
perché continuano a mostrare impudiche i loro genitali
non hanno fede, né cristiane virtù.
Noi siamo gente cresciuta su bene
e non conviene tenercele su.
Noi siamo gente civile e gentile
“quelle” fra i fuochi, dei belzebù.

Nasce un bambino senza qualcuno che le stia vicino,
stacca il contatto con un morso a scatto,
quella bambina divenuta madre
ma il seno è magro e magro resterà.
Si lascia, si dona, si soffoca o si abbandona?
Quel corpicino madre non avrà,
il padre, in mezzo a tanti, faccia non ha.

Amore cerca e vuole, ottiene e prende
quell’uomo tronfio di austerità,
peccato veramente che pretende
di conquistarsi al buio quello che non ha.
la dignità.
veritàcelatesenzascrupolonms23620
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