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Pubblicata il 06/04/2010
L’Aquila

Vola l’anima mia,
assediata dai corvi
finché ha un pesce nel becco.
Essi le volano attorno
agitando le ali per rubarle la preda
e mangiarsela come tanti porci;
la perseguitano anche quando
si ferma un po’ per prendere fiato.

Ma, alla fine, basta che si stacchi
dal pesce lasciandolo cadere,
per dedicarsi a più sottili sostanze,
perché i corvi l’abbandonino
e si gettino sul miserando bottino.

Così con i miei sensuali appetiti,
finché non li lascio cadere
puntando all’essenza della sostanza.
Perché quegli uccellacci
cercano solo carogne.
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Jul

Ben tornato caro Vincenzo, questa tua mi sgomenta alquanto! Forse il risultato di un banchetto pasquale indigesto? Scherzi a parte, è sempre un piacere rileggerti.
Un caro saluto,
Jul

il 06/04/2010 alle 20:39

Grazie Jiul, della battuta pasqualina...

un abbraccio
discri

il 06/04/2010 alle 20:41

sgomenta anche me...ti saluto caramente discri!

il 07/04/2010 alle 07:57

L’Anima è come l’Aquila Reale.
Il Pesce che ha in bocca sono i cinque sensi con i
suoi legati operativi.
I Corvi sono i degni “compagni di merende” dei
sensi: odio, invidia, gelosia egoismo, ecc.
Finché l’Aquila non molla i sensi (non li
purifica: “Beati i puri di cuore…”), i neri uccellacci
l’aggrediranno in continuazione, e anche i più fermi
propositi morali, prima o poi, cadranno sotto la furia
dei sensi NON purificati!

Quando l’Anima finalmente si abbandona a Dio
(lascia cadere il pesce!), allora Dio l'attirerà a Sé,
perché solo allora l’Aquila potrà puntare in alto:
all’Essenza della Sostanza.
Le “carogne” (il pesce) saranno preda dei “corvi”
(gli appetiti sensuali) perché i sensi solo di “carogne” possono vivere!

Con affetto
discri

il 07/04/2010 alle 13:14