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Pubblicata il 06/04/2010
Ho intravisto due, tre margherite,
primi fiori sbocciati sul prato;
le penombre da re preferite,
sotto l’olmo da tempo seccato
dove volevi fare l’amore
proprio quando era tempo di andare,
strano modo per farmi capire
ch’eri tu a comandare, ch’eri tu a comandare.

Ho raccolto quelle margherite
come segno del tempo che è andato;
le promesse da te profferite
che m’han fatto per sempre dannato;
resteranno il ricordo di sempre
fino a quando i miei giorni saranno;
resteranno a parlarmi di te
fino a quando, fino a quando.

Io e te, di nuovo insieme come allora.
Io e te,due matti proprio da lega’;
ma chi l’ha detto che i sogni si fanno realtà
se mi manchi ancora, e, ho nostalgia di te.
Nostalgia di te, della tua vanità,
dei tuoi sorrisi strani, delle tue mani
tese verso me,ma questa è fantasia
e tu diresti che la colpa è solo mia.

E saresti felice e contenta,
soddisfatta della conclusione
di sapermi cattivo e arrogante,
molto simile ad ogni padrone,
un padrone che ha dato la vita,
che ha dato se stesso per troppe ragioni:
costruire “un mondo diverso”,
soprattutto senza padroni.

etuttinoinms6785
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