PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 01/04/2010
Sarai bianche ossa spolpate dal bosco
e sulla tua sepoltura ombra di quercia.

Ho disteso foglie umide e peste,
sulla tua pelle ancora calda,
per celarti alla vista del Dio:
quello del quale hai udito il cuore
e visto levare lo scettro onnipotente
lucifero, tonante, bruciante.
Rosa rossa sul tuo fianco germoglia;
linfa e vita scorrono via piano.
Ancora un balzo, uno solo, l’ultimo
tra il rovo ed il cielo, e fuggi!

Sotto il ginepro, avito rifugio,
affannato ti trascini a stento.
Chiudi gli occhi ora, riposa;
sogna l’erba giovane e dolce
dell’Aprile prossimo a venire.
Il poeta ha contato due primavere,
sulle tue corna timide e fresche.
In piccoli brani, i corvi pietosi,
recheranno in volo il tuo corpo
dove la primula mai sfiorisce.

All’uomo Dio un colpo in meno;
al poeta qualche lacrima in più.
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Triste e pietosa poesia dedicata ad un tenero e indifeso animale, come sempre vittima della cattiveria umana.Sempre eccelse le tue poesie.Un saluto.T.

il 01/04/2010 alle 14:39

indimenticabile la morte assurda di questo giovanissimo capriolo,che hai colto nel momento della morte.La natura,più generosa del dio uomo,si china a raccogliere il suo corpo e dove i corvi ,misericordiosi rispetto all'uomo,perteranno in volo le sue spoglie ,nascerà una primula eternamente.
Molto bella.Mi è piaciuta.
un saluto eoskarma

il 01/04/2010 alle 15:24