Dimentico sempre di chiudere
le porte, perché sono un falso mago,
uno di quelli che non sanno
di mistero, che hanno poco
o niente in mano.
Falcidio la mente con orge dissonanti,
come quando un battello aspira
a consolare, e poi rinviene troppe
carcasse che lo lasciano
fuori onda.
"Non bisogna", fa un'iscrizione, "racimolare
troppi inviti al banchetto del mondo", e così
investo l'aria cogli enigmi di tanti
applausi inventati.